Conte, Guardiola (anche Messi) costano quasi la metà. Super sconto del Fisco

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 6 Maggio 2019 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Conte, Guardiola (anche Messi) costano quasi la metà. Super sconto del Fisco

Conte, Guardiola (anche Messi) costano quasi la metà. Super sconto del Fisco (nella foto Ansa, Antonio Conte)

ROMA – Il cosiddetto “decreto crescita”, da poco varato dal governo, potrebbe passare alla storia come “decreto-Conte”. Non per merito di Conte Giuseppe, il premier che pure l’ha firmato; ma di Conte Antonio, ex allenatore azzurro e della Juventus. Già perché dentro quel decreto, nascosta ma non troppo, c’è anche la norma che potrebbe far rientrare in Italia l’ex ct, e con lui molti altri, con un sostanzioso sconto per le società che volessero tesserarlo.

Uno sconto che, tanto per fare un esempio, varrebbe circa il 30% dell’ingaggio per la Roma, una delle società interessate all’affare, e quasi il 50% per il Napoli e gli altri club del sud. Conte con lo sconto quindi, ma in teoria il discorso varrebbe anche per Mourinho, un altro degli allenatori top che in serie A più d’uno vorrebbe, e per tutti i giocatori che non hanno giocato nel nostro Paese negli ultimi due anni e quindi qui non sono stati residenti.

Questo perché nel decreto legge n. 34, quello noto come DL crescita e pubblicato lo scorso 30 aprile nella Gazzetta Ufficiale, c’è una parte dedicata al rientro dei cervelli, ma che vale anche per i piedi. Almeno quelli buoni. Chi infatti dal 1° maggio si trasferirà nella Penisola, a patto che non sia stato residente in Italia negli ultimi due anni, godrà di un regime fiscale favorevole per i successivi 5 anni. In sostanza la norma (a meno che non venga mutata in sede di conversione parlamentare) prevede che chi, italiano o meno, venga in Italia senza esservi stato residente nei 2 anni precedenti, pagherà tasse solo sul 30% dello reddito.

In pratica se la Roma volesse effettivamente Antonio Conte, ipotizzando un ingaggio da 10 milioni netti l’anno per lui, l’affare costerebbe ai giallorossi, invece che una ventina di milioni l’anno, tra i 12 e i 13. E lo stesso sarebbe se l’Inter o il Milan per cui tifa il vicepremier Matteo Salvini volessero ingaggiare l’ex tecnico Juventino o Mourinho ma anche Klopp o chiunque non abbia risieduto da noi negli ultimi 24 mesi. E sarebbe lo stesso anche se, invece dell’allenatore, si volesse ingaggiare Leo Messi.

La norma infatti, precedentemente rivolta ai dirigenti, è stata estesa a tutti. La Pulce difficilmente verrà nel nostro campionato ma tanti giocatori potrebbero percorrere questa via con i club italiani in grado di offrire ingaggi più alti in virtù delle tasse più basse. Allenatori e giocatori quindi che potrebbero arrivare in massa, le maglie del decreto sono infatti larghissime: non ci sono limitazioni di reddito né di nazionalità e nemmeno il bisogno di essere stati iscritti all’Aire, l’associazione italiani residenti all’estero, come non ci sono limiti nei campi e nei lavori per cui la novità troverà applicazione.

Non sarebbe però lo stesso se il Napoli volesse Conte, Guardiola o qualunque fuoriclasse da inserire nella squadra in mano ad Ancelotti. Per i partenopei, come per tutte le squadre del sud, lo sconto sarebbe infatti persino più ricco. Per il meridione il decreto prevede che le tasse vadano pagate non sul 30% del reddito come al nord, ma solo sul 10%. Ben il 90% dell’ingaggio sarebbe quindi netto ed esentasse, portando i 20 milioni ipotizzati inizialmente per Conte Antonio, ad appena 11 da spendere per averlo. Con un risparmio prossimo al 50%.