Da Cragnotti a Tanzi, quelli che con il calcio hanno fatto crac

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Marzo 2013 - 12:30| Aggiornato il 19 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Quanti imprenditori si sono buttati alla guida di club professionistici sognando la gloria e invece hanno ottenuto solo condanne e conti in rosso. Per imprenditori che con il calcio sono riusciti ad arricchirsi, ci sono decine di imprenditori che con il pallone hanno rovinato anche la propria azienda.

Come scrive Libero, spesso è una retrocessione a mortificare i conti, oppure l’impossibilità di compiere affari immobiliari. E’ capitato il mese scorso a Massimo Cellino, presidente del Cagliari, finito in galera come vent’anni fa e poi ai domiciliari.

Gli esempi più recenti e più eclatanti sono quelli di Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi. Il primo, presidente della Lazio dal 1992 al 2003, nel luglio del 2011 fu condannato a 9 anni per il crac della Cirio. Cragnotti si è trasferito ad Acquaviva, in provincia di Siena, dove produce vino. Il secondo, proprietario del Parma dal 1990 al 2004 anche se alla guida della squadra emiliana c’era stato prima Pedraneschi e poi il figlio Stefano, nel 2003 causa il crac della Parmalat portò il club vicino al fallimento.

Altro fallimento illustre riguarda Giuseppe Gazzoni Frascara. Il suo Bologna, dove dal 1993 fu alla guida del club, retrocedette in serie B nel 2005, complici arbitraggi figli di Calciopoli, poi il default di Victoria, la società che controllava il Bologna. E l’addio alla società che passò ad Alfredo Cazzola.