Darren Fletcher: Mia malattia incubo, dovevo andare in bagno 30 volte al giorno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2014 - 17:27 OLTRE 6 MESI FA
Darren Fletcher: Mia malattia incubo, dovevo andare in bagno 30 volte al giorno

Darren Fletcher: Mia malattia incubo, dovevo andare in bagno 30 volte al giorno

MANCHESTER – E’ arrivato a guardarsi allo specchio e a chiedere alla morte di venirlo a prendere subito. Darren Fletcher, giocatore scozzese del Manchester United, racconta al Daily Mail i suoi infernali 5 anni. Quelli dal 2008 al 2013, segnati da una malattia, la colite ulcerosa, che ne ha limitato la carriera. Ma che soprattutto ne ha condizionato pesantemente la vita: Fletcher doveva andare in bagno fino a 30 volte al giorno. Motivo per cui non usciva più di casa se non per gli allenamenti. E motivo per cui ha dovuto curarsi con dei farmaci dagli inquietanti effetti collaterali.

Racconta il calciatore:

“Dovevo andare in bagno 30 volte al giorno, avevo sempre bisogno di una toilette, non potevo neppure uscire con mia moglie e la mia famiglia o andare al ristorante perché mi avrebbero riconosciuto, mi avrebbero visto alzarmi e risedermi 6-7 volte e si sarebbero chiesti perché”.

Ora che l’incubo è passato Fletcher ne parla a viso aperto e si rende conto del privilegio di essere un calciatore, anche nella malattia:

“Ma ora io mi rendo conto del potere del calcio, del potere di un nome come Manchester United: parlo con i bambini e mi dicono che per loro è più facile raccontare ai compagni che hanno la stessa malattia di Darren Fletcher”.

Il suo piccolo calvario, racconta, inizia nel 2008. Una prima crisi che poi passa, senza lasciare grossi segni. Ma la colite torna nel 2010. Più aggressiva. Fletcher perde ovviamente peso, è costretto a prendere steroidi che gli deformano il viso, lo gonfiano.

Non ne parla con nessuno fino al 2011, se non con l’allenatore, sir Alex Ferguson. Poi racconta tutto anche ai compagni che a quel punto capiscono perché Fletcher non usciva più con loro.

Alla fine, nel 2013, un’ultima operazione che chiude la partita con la malattia e il ritorno in campo dopo oltre un anno. Una liberazione.