De Rossi e l’articolo di Repubblica: le rimonte inspiegabili, Siviglia e le fonti. Tutte le domande

Daniele De Rossi (foto Ansa)
Daniele De Rossi (foto Ansa)

ROMA – Sono le prime ore dell’alba del 30 maggio quando “Repubblica” lancia l’articolo bomba. “Così De Rossi e altri 3 senatori volevano Totti via dalla Roma” il titolo dell’articolo firmato a quattro mani da Carlo Bonini e Marco Mensurati. L’articolo, e non poteva essere altrimenti, finisce sui cellulari e sui pc di tutti i tifosi della Roma.

Nel pezzo si cita una mail che Ed Lippie, preparatore atletico della Roma e uomo di fiducia della proprietà americana, avrebbe mandato a James Pallotta. Una mail datata 16 dicembre 2018. Più o meno quando iniziava a scricchiolare il progetto Di Francesco.

Nella mail Lippie, scrive Repubblica, fa il nome di quattro senatori della squadra: Daniele De Rossi, Edin Dzeko, Alexander Kolarov e Kostas Manolas. Senatori che avrebbero chiesto la testa di Eusebio Di Francesco, del ds spagnolo Monchi e, soprattutto, di Francesco Totti. 

Capitolo Di Francesco. “Lippie – si legge nell’articolo – spiega che i quattro ritengono il gioco di Di Francesco dissennato, dispendioso sul piano della corsa ma misero su quello della tattica. Lamentano l’indebolimento della squadra. Il tecnico – dicono da Roma – è in preda alla nevrosi dovuta al rammarico di aver accettato da Monchi un mercato inadatto al suo 4-3-3”.

Capitolo Monchi. Lippie scrive che a Trigoria il ds “è visto come il fumo negli occhi. Lo vivono come un narcisista che ha riempito la squadra di giocatori per i quali vincere o perdere è la stessa cosa. Gli rimproverano doppiezza nei rapporti, insofferenza nei confronti dei giocatori di seconda fascia, capacità manipolatorie nelle informazioni in uscita da Trigoria e un mercato che non è passato attraverso una corretta due diligence”.

Capitolo Totti.  “La squadra – si legge ancora nell’articolo di Repubblica che ricostruire la mail di Lippie – soffre la presenza di Totti nel suo nuovo ruolo di dirigente. Le percezioni negative che trasmette allo spogliatoio. L’ottavo re di Roma, il suo figlio prediletto, è mal tollerato da coloro a cui ha consegnato il testimone e che pubblicamente non smettono di celebrarlo. Le fonti di Lippie chiedono che l’ex Capitano venga allontanato da Trigoria se necessario cacciando Di Francesco cui Totti è legatissimo. E sostituendolo con qualcuno che lo tenga lontano”.

Ma quali sono le fonti di Ed Lippie? 

“Sono – si legge – il medico sociale Riccardo Del Vescovo e il fisioterapista Damiano Stefanini. Indica in particolare Del Vescovo come il più convinto che la Roma debba essere detottizzata”.

Quindi, ricapitolando, a Ed Lippie i malumori della squadra sono stati riportati. Della serie: “Lo sai che ho sentito qualcuno che ha sentito…”. A riportare i malumori sarebbero stati un medico sociale e un fisioterapista. “Gli uomini dei pizzini” li chiama “Repubblica”. Ci sarebbe però una domanda da fare: ma a chi importa il pensiero di un medico sociale sul ruolo di Totti in società? E poi: ma è la squadra che soffre la presenza di Totti o sono i quattro  senatori citati nel titolo del pezzo?

Comunque la mail è una bomba. Una bomba che i quattro senatori avrebbero lanciato nel bel mezzo della stagione. 

Ma non è finita qui.

Non è finita qui perché “Repubblica” ricostruisce anche un’altra fase delicata della stagione. Quella estiva. Quella, quindi, del calciomercato.

In estate, spiega “Repubblica”, De Rossi si è infuriato con Monchi per l’acquisto di Nzonzi. 

“De Rossi – si legge nel pezzo di Bonini e Mensurati  ritiene quell’acquisto un avviso di sfratto, considerando il francese un suo doppione. E – come raccontano tre diverse fonti – chiede, anche attraverso il suo agente, la rescissione del contratto. Affronta personalmente la dirigenza e in un momento di collera avvisa: ‘Se non risolviamo la cosa, vi faccio arrivare decimi’. Non è un grande inizio. Lo strappo viene ricucito. Ma quello scricchiolio è il prologo di quanto accadrà nell’arco di soli quattro mesi”.

“Se non risolviamo la cosa, vi faccio arrivare decimi” avrebbe detto De Rossi. Non proprio una frase normale. Che vuol dire “vi faccio arrivare decimi”?

Finita qui? Neanche per niente. Perché poi “Repubblica” parla anche di “rimonte inspiegabili”.

Che vuol dire rimonte inspiegabili? 

“La prima parte della stagione – si legge – è ricca di altri pessimi presagi. La Roma cade in casa del Bologna, subisce le rimonte inspiegabili del Chievo all’Olimpico e del Cagliari alla Sardegna Arena. La tengono a galla la vittoria nel derby e la qualificazione agli ottavi di Champions. Ma qualcosa si è rotto”.

Quindi, ricapitolando, “Repubblica” parla di due episodi importanti che avrebbero influito sulla stagione della Roma. Il primo, in estate, è l’arrivo di Nzonzi con la reazione, furiosa, di De Rossi. Il secondo la mail di Lippie. 

La mail alla fine, spiega il quotidiano, non resta segreta e in un modo o nell’altro finisce nella mani di “Monchi, Totti e l’intera struttura societaria, a partire dall’allora dg Mauro Baldissoni e dal media strategist Guido Fienga”.

Monchi minaccia le dimissioni, la società invece, racconta “Repubblica” cerca di tenere i pezzi insieme e chiede al ds spagnolo un piano B. Ma il piano B non arriva. Anzi. Monchi rilancia: “Se va via Di Francesco vado via anch’io”.

Ma le cose dopo l’uscita dalla Champions League contro il Porto peggiorano, se possibile, ancor di più e alla fine Di Francesco e Monchi vengono messi alla porta.

“Dopo il ko di Champions – si legge nell’articolo – vengono accompagnati alla porta, insieme a Di Francesco e Monchi anche Del Vescovo e Stefanini. Nessuno fuori da Trigoria si chiede il perché, ci si accontenta della versione ufficiale, quella che li vuole responsabili dei troppi infortuni. Lo spogliatoio il perché lo conosce. E prende le difese di Stefanini, cui De Rossi è legatissimo (è una delle tre persone che il capitano citerà nella sua lettera di addio). I senatori si convincono che la pulizia abbia un mandante, Francesco Totti. E tra lui e De Rossi scende un gelo che durerà fino alla fine”.

L’articolo, i cui contenuti naturalmente andranno poi analizzati e provati, è destinato comunque a rompere ancor di più i precari equilibri in casa Roma. 

C’è un particolare che poi non è sfuggito a nessuno. L’articolo riporta come data Siviglia. Siviglia, la terra di Monchi.

Perché proprio Siviglia? Monchi si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa?

“Abbiamo viaggiato parecchio per mettere insieme tutti questi pezzi – risponde Carlo Bonini a Tele Radio Stereo – e alla fine abbiamo deciso di mettere quella città ma non c’è un motivo particolare. Le città in cui siamo stati sono state più d’una”.

Siviglia o no un’altra domanda resta nell’aria: qualcuno si è voluto vendicare di Daniele De Rossi, dei suoi audio finiti su WhatsApp, dei suoi abbracci con Francesco Totti e delle sue parole in conferenza stampa? 

Al “Messaggero”, intanto, James Pallotta commenta così: “Sono tutte cazz…, qualcuno sta provando a danneggiare la Roma con continue bugie”. Ma chi è che sta provando a danneggiare la Roma?

Fonte: La Repubblica, Il Messaggero, Tele Radio Stereo.

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