Coppa Italia, derby: la Roma festeggia e Vucinic chiude il “caso”: “Solo due minuti di follia”

Pubblicato il 20 Gennaio 2011 - 08:48 OLTRE 6 MESI FA

Mirko Vucinic

Il sorriso di Mirko Vucinic, la dedica di Fabio Simplicio alla famiglia che ha guardato il derby in tv, la gioia di Borriello, ancora una volta a segno nel derby, e di capitan De Rossi ”non ti abitui mai a vincerlo, è sempre come la prima volta”.

C’è grande felicità, e non potrebbe essere altrimenti, nello spogliatoio della Roma che festeggia il quarto derby di fila vinto contro i cugini della Lazio, e allo stesso tempo allontana le voci di malumori all’interno di Trigoria. A rompere gli indugi è stato per primo Mirko Vucinic. ”Non ho mai perso il sorriso, a volte ci sono due minuti di follia ma poi passa tutto. Fuori ognuno può dire quello che vuole ma la cosa importante è che il gruppo c’è”.

Il montenegrino mette così a tacere le polemiche seguite al gesto di stizza dopo la sostituzione di Cesena e giura amore alla Roma. ”La Roma si ama, lo dice già la parola – ha aggiunto – Se vengono a Trigoria cinque minuti si fanno un sacco di risate”. Ma ancora più chiaro è Daniele De Rossi, che il derby l’ha giocato da capitano vista l’assenza per squalifica di Francesco Totti. ”Come diceva Flaiano, Roma è una grande capitale ed una piccola provincia – ha ammesso – Questo gruppo è fatto da bravi ragazzi e noi andiamo avanti per la nostra strada. La società è formata da brave persone. Ma in questa città si parla troppo e si creano i mostri, se si parlasse di meno ci godremmo tutti quanti l’amore per questa squadra”.

Una vittoria che dà una grossa carica anche per l’inseguimento al Milan, e che infligge l’ennesima mazzata (4 ko di fila nei derby) alla Lazio. ”Sicuramente sì – ha aggiunto De Rossi- anche se ricordo batoste prese dopo il derby per la troppa euforia euforia. L’obiettivo più importante è quello di riavvicinarsi in campionato. Loro non staranno al settimo cielo psicologicamente. Ma non parlerei di complesso di inferiorità perché la Lazio è una buona squadra. Certo il derby è il derby, la partita più importante dell’anno”.

Una gioia doppia per Marco Borriello, ancora una volta a segno contro i cugini. ”Non è stata la migliore partita della Roma, ma siamo stati molto concreti. L’ingresso di Menez e Vucinic ha creato superiorità numerica, con la loro tecnica e velocità riescono a saltare l’uomo meglio di come possiamo fare io e Adriano. Vincere era fondamentale, e stavolta, ho tirato meglio il rigore”. Ma il più contento di tutti è Simplicio, decisivo con il suo gol. ”Lo aspettavo da quando sono arrivato a Roma – ha confessato – Il gol? Sono stato furbo perché loro non mi hanno visto e quando mi sono trovato lì sono rimasto calmo. Lo dedico alla mia famiglia che ha guardato la partita in tv”.

Adesso, dopo la sfida contro il Cagliari, ci sarà la Juventus ai quarti. ”Possiamo andare avanti. Non sarà facile. La Juve è una grande squadra ma con questa rosa tutto è fattibile per noi. Turnover? É normale che tutti vogliano sempre giocare. I gesti di nervosismo possono capitare, ma qui ci sono grandi campioni e il tecnico deve gestirli. Il gruppo è sereno”. Umore opposto in casa biancoceleste, dove l’unico giocatore a metterci la faccia è stato il portiere Berni, che ammette di non aver visto una brutta Lazio. ”Abbiamo giocato un ottimo match, soprattutto nel primo tempo. Non sono mai stato impegnato. E’ un po’ che ci gira storto nei derby. Ma noi siamo pronti. Proveremo ad avere più  fortuna, loro non hanno fatto niente per un tempo. Mi rode perché giocare cinque palloni e prendere due gol è fastidioso. Per quello che si è visto in campo, il risultato è bugiardo. Mi pare ci fosse anche un altro rigore, o cosi’ mi hanno detto. Comunque siamo compatti e carichi”. La chiusura, però , in zona mista è di Pradè, direttore sportivo giallorosso. ”E’ come una finale di Champions, abbiamo vinto e siamo contenti”.