Di Canio risponde a Miliband: “Fascista io? Ho dei valori…

Pubblicato il 1 Aprile 2013 - 20:06| Aggiornato il 3 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Paolo Di Canio non ci sta e replica  all’ex ministro degli esteri britannico David Miliband, che si e’ dimesso dal consiglio del Sunderland a causa delle opinioni politiche di stampo fascista espresse dall’ex laziale. ”Può darsi che sia successo qualcosa molti anni fa, ma quello che contano sono i fatti e la mia vita parla per me. Ora mi ferisce il tentativo delle persone di attaccare la mia dignità perché non è corretto”. risponde Di Canio. Parole  diffuse dal sito del Sunderland che sono una chiara risposta a Miliband.

”Ho le mie convinzioni e i miei valori – sottolinea Di Canio – e quello che mi offende di più non è il tentativo di attaccare me, ma di attaccare quello che i miei genitori mi hanno trasmesso, i valori che mi hanno insegnato e questo non è accettabile. Se qualcuno si è sentito ferito da me, mi dispiace, ma nasce tutto da una storia che viene raccontata in un modo diverso da quello che è.  Non ho mai avuto problemi in passato, ho espresso un’opinione in un’intervista di tanti anni fa e alcuni stralci sono stati riportati in modo strumentale”.

Secondo Di Canio, che ai tempi in cui giocava aveva tatuata la scritta ‘Dux’ sul bicipite destro, ”hanno riportato delle mie espressioni in un modo molto, molto negativo ma erano estrapolata da una lunga intervista. So che fa parte del mio lavoro parlare con la stampa ma alle volte le interviste vengono adattate allo scopo di poter fare dei titoli o degli scoop”.

Alle accuse di essere razzista, l’ex calciatore di Lazio e Juventis risponde che sono ”qualcosa di stupido e ridicolo. E la gente che mi conosce lo sa bene. In Inghilterra i miei migliori amici erano Trevor Sinclair e Chris Powell, l’allenatore del Charlton (entrambi neri, ndr), e possono dirvi tutto del mio carattere”. ”Non voglio parlare di politica perché non è di mia competenza – continua Di Canio -. Non siamo al Parlamento ma siamo in una squadra di calcio, voglio parlare di sport, di calcio, dei miei giocatori, della dirigenza e dei tifosi. La mia priorità è la mia famiglia e le mie figlie, subito dopo viene la responsabilità verso migliaia di persone ed  è ciò su cui voglio concentrarmi. Non voglio più parlare di politica, non sono un politico”.