BOLOGNA – ”Voglio chiedere scusa a tutti: a chi mi sta difendendo, ma anche a chi è rimasto indignato o deluso”. Sono le parole di Marco Di Vaio, il capitano del Bologna indagato per falso e truffa nell’inchiesta della Procura sull’utilizzo dei pass auto per invalidi. L’attaccante non è voluto entrare nel merito delle accuse secondo le quali si sarebbe fatto annullare oltre quaranta multe: ”E’ una brutta pagina, a prescindere da chi ha ragione o torto”, ha detto, rispondendo ai cronisti in una libreria del centro.
Nè si è sbilanciato sul suo futuro: ”Al momento ho bisogno di andare in vacanza e di mettere serenità nel mio cuore. Non riesco a decidere, a pensare quale sarà il mio futuro calcistico. Se non ho serenità, come si è visto negli ultimi due mesi, non riesco a rendere. E ora non ce l’ho, sono troppo condizionato da quello che è successo”.
Di tutto quello che è successo, ”se mi sono messo in queste condizioni”, ha aggiunto, ”l’unica colpa è del sottoscritto”. Sull’inchiesta ”c’è un’indagine e qualsiasi parola sarebbe fuori luogo”. Prima di parlare, il calciatore aveva firmato autografi per una decina di minuti, rimanendo quasi in silenzio. Poi, interpellato dai cronisti, ha deciso di sfogarsi: ”Ci ho pensato questa notte”, ha esordito.
”A casa – ha spiegato il capitano rossoblù – ho due lettere: una di un bambino di nove anni che mi dice che non devo mollare, che continuerà ad essere mio tifoso. La seconda, non firmata, è di una persona molto indignata”.
Di Vaio ha detto di essere imbarazzato e di voler chiedere scusa, ”sia a chi mi appoggia, chi mi riconosce quello che ho fatto in tre anni, e anche a chi è indignato o deluso, o si sente tradito perchè vuol dire che anche a loro ho dato qualcosa, se provano questi sentimenti nei miei confronti. Forse nessuno se lo aspettava da parte mia”. La notifica dell’informazione di garanzia, arrivata lunedì scorso è stata ”una botta importante”, quando ”ci eravamo tolti un problema con la salvezza”.
”Quello che penso adesso – ha proseguito il calciatore, riferendosi al futuro – non sarebbe la verità. Non sono libero, nè sereno”. E le vacanze serviranno a far luce. Da un lato, infatti, ci sarebbe il desiderio di rimanere nella squadra con la quale ha da poco rinnovato il contratto, e di cui è diventato il simbolo: ”Per i tifosi che mi hanno dato solidarietà e mi sono stati vicini”.
Dall’altra parte, però, ”sono ferito, ci sono sentimenti che mi dicono di andare via”. Sabato, intanto partirà per le vacanze, che lo aiuteranno a decidere: ”Se dovesse prevalere la voglia di restare al Bologna, voglio esserci al 100%”. Infine il ringraziamento a ”Malesani e Consorte, e alla società, che mi hanno difeso”, e le scuse ”alla mia famiglia, perchè per loro è un momento difficile”.