Euro 2016, le favorite: chi vince secondo te? Sondaggio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2016 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA
Euro 2016, le favorite: chi vince secondo te? Sondaggio

Euro 2016, le favorite: chi vince secondo te? Sondaggio

ROMA – Euro 2016, le favorite: chi vince secondo te? Sondaggio. Al via stasera allo stadio di Saint Denis l’edizione 2016 degli Europei di calcio. Saint Denis, Parigi, il primo pensiero non può che andare alle stragi Isis di ottobre: tutto il mondo guarda a una Francia ferita ma orgogliosa, da allora niente è più come prima.

A cominciare dalla sicurezza: 1200 tiratori scelti saranno posizionati nei punti strategici, in allerta anche le forze d’elite, ogni spettatore dovrà superare tre barriere di controlli prima di poter accedere allo stadio, ritiri delle squadre blindate, a Marsiglia si temono addirittura attacchi terroristici dal mare… Tornando al calcio giocato, una sola domanda: c’è anche l’Italia nel ristretto gruppo di favorite?

Date storia e tradizione sarebbe obbligatorio, l’assenza di veri “top player” come si dice oggi (a parte il portiere) consiglia più prudenza del solito e del resto Conte, sulla scia dei suoi più fortunati predecessori, preferisce partire a fari spenti e il consenso vuole guadagnarselo in corsa.

Diciamo tre favorite per il titolo finale, Spagna, Francia, Germania. Tre outsider di peso come Inghilterra, Portogallo e  Italia. Una sorpresa, più il Belgio che la Croazia. L’algoritmo di Microsoft prevede la Germania campione in finale con la Spagna, Italia eliminata agli ottavi dal Portogallo, Inghilterra e Francia eliminate in semifinale.

Francia. Gioca in casa, vincere quest’anno assumerebbe significati ulteriori, la Patrie non è mai stata così minacciata… Tecnicamente può contare su un Pogba che sta mantenendo le eccezionali promesse. Benzema non c’è per motivi extracalcistici, ma l’attacco guidato da Griezmann è l’ultimo dei problemi. Centrocampo forte e tecnico, piuttosto è la difesa a preoccupare Deschamps. Allons enfants…

Spagna. Campione in carica, è in mezzo al guado di un passaggio generazionale. Resta uno squadrone (Iniesta, Piquè, Ramos, Fabregas, Silva), il giovane Morata come ariete. Se la super stagione di madridisti e barcelloneti non li ha sfiancati troppo possono competere fino alla fine. Ma il tiki-taka è già demodé.

Germania. Guardano al biennio ’72-’74, quello della doppietta Mondiali-Europei. Classe, forza atletica, consapevolezza, gioco. Il blocco Bayern Monaco assicura l’affidabilità, dalla saracinesca Neuer al cecchino Muller. Ozil ci sarà, Reus un’altra volta mancherà l’appuntamento.

Italia. Pellè, Eder, Zaza, Insigne… Inutile far paragoni, deprimente ricordare i Totti e i Del Piero (ma anche i Cassano e i Balotelli che ci portarono in finale agli ultimi Europei). Però… La difesa juventina non teme rivali, tutti gli altri Conte li vuole camaleonti e intercambiabili, affrontarci non è una passeggiata di salute per nessuno.

Inghilterra. La peggior Premier League degli ultimi anni, il flop delle big che ha consentito il miracolo Leicester, consegna alla Nazionale un gruppo di giovani stelline indigene da tener d’occhio. Alle grandi manifestazioni gli inglesi toppano dal ’66, arrivano sempre col fiatone, del resto le tv che li fanno ricchi li spremono pure come limoni. Ma Henry Kane, il mitico Jimmi Vardy, Sterling davanti possono offrire più di una stampella al vecchio ma inossidabile Rooney.

Portogallo. Solo un nome, Cristiano Ronaldo. In realtà sembra in debito di ossigeno, in compenso l’ex meteora interista Quaresma ha riscoperto le virtù della trivela, Nani continua a stupire, Pepe continua a difendere e… a fare l’attore in campo.

Belgio. Già ai Mondiali era data come la prima outsider, fu eliminata ai quarti dall’Argentina. Generazione di fenomeni alla prova decisiva: a centrocampo Naingolan, Witsel, Dembele, Fellaini. In attacco De Bruyne, Hazard, Mertens. Peccato per Company, senza il capitano la difesa è un’altra cosa.

Croazia. Lo stereotipo degli slavi talentuosi ma inaffidabili resiste alle contorsioni geo-politiche seguite alla dissoluzione della ex Jugoslavia. Ma un centrocampo che può contare su Modric, Rakitic, Brozovic, Kovacic, Perisic non teme confronti.

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