Euro 2016, Löw stuzzica l’Italia: “Quando vince, parte male…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2016 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA
Euro 2016, Löw stuzzica l'Italia: "Quando vince, parte male..."

Euro 2016, Löw stuzzica l’Italia: “Quando vince, parte male…” (La Gazzetta dello Sport)

PARIGI – Euro 2016, il ct della Nazionale Tedesca Joachim Löw analizza la situazione della sua squadra alla vigilia della terza giornata della fase a gironi e si lascia andare anche ad una frecciata alla Nazionale Italiana: “La storia insegna che vince quando parte male…”. Ecco le dichiarazioni dell’allenatore tedesco alla Gazzetta dello Sport.

Ha deciso di farlo perché sono arrivate troppe critiche dopo lo 0-0 con al Polonia? E’ risentito?

«Ah, posso soltanto sorridere. Basta un pareggio e siamo una squadra senza leader? Ma come si ripetono le storie. Anche due anni fa leggevo le stesse critiche da parte di qualcuno (l’ex capitano Ballack, ndr). Poi abbiamo vinto la coppa e siamo diventati di colpo la squadra con tanti leader. I giocatori hanno carattere e personalità, mi vengono a chiedere delle scelte, propongono soluzioni, sono critici».

Come Boateng e Müller: il primo ha detto che giocando così non si andrà avanti. Il secondo che non ha occasioni da gol.

«Trovo giuste le annotazioni di Jerome, realistiche e appropriate. Comunica e organizza, e non credo che qualcuno si senta attaccato. Io li lascio fare. Oggi sono anche liberi di svuotarsi la testa. Con la tensione non si fa strada nei tornei».

Ma almeno con loro avrà analizzato le difficolta offensive?

«Certo, oggi l’argomento è l’attacco, lo scorsa settimana la difesa. Siete tutti molto “offensivi”. Sì, ne abbiamo parlato: ci manca la velocità dalla trequarti in avanti».

Problema fisico?

«No, sono tutti in buona condizione».

Problema tattico? Perché non mette un centravanti vero?

«Non è questione di vero o falso nove, di grande o piccolo. Ma di quante persone possono restare in area vicino a chi riceve la palla. Finora l’abbiamo fatto con poca presenza, siamo stati troppo distanti, non mettiamo sotto stress l’avversario. Potevo anche far giocare Gomez, ma la Polonia ha difensori grossi e robusti, bravi sui cross. Così l’Ucraina e l’Irlanda del Nord. Gli irlandesi difenderanno 6-4».

Özil e Götze giocano perché sono i suoi preferiti?

«Un allenatore non ha giocatori preferiti. Giocano perché hanno il passaggio per superare cinque-sei avversari in un colpo solo. Mario non mi è dispiaciuto con la Polonia, Mesut crescerà».

E Müller senza occasioni?

«Thomas un problema? Ma no, mai. Non è abitudine lasciarlo così a secco, ma gli capiteranno le opportunità. Lui è fatto così, anche in campo si fa sentire. Va messo in condizione di segnare, chiaro, ci sono alcune difficoltà di costruzione».

Perché?

«Derivano anche dagli insegnamenti che diamo ai giocatori nelle giovanili».

Il famoso modello tedesco con cui è stata costruita questa generazione di campioni ha delle falle? Quali?

«Guardo le partite dei ragazzini, vedo tanti passaggi e passaggini, ma pochi dribbling. Nessuno impone l’uno contro uno. E’ bello che siamo diventati un movimento dal tocco fine: vent’anni fa eravamo soltanto forza e poca tecnica. Ma questo sviluppo ci ha fatto dimenticare l’importanza del dribbling, del costruire la superiorità superando l’avversario con la palla».

Quante volte pensa a Lahm? Non gli ha mai chiesto di tornare?

«Non penso a lui, ho altri problemi qui. E non gli ho mai chiesto di tornare perché so cosa mi risponde. Philipp è un tipo serio: se prende una decisione non torna indietro. Lo so che Höwedes non può diventare come lui, non glielo chiedo, ha altre caratteristiche: ma con Höwedes sulla fascia siamo diventati campioni del mondo».

Se non passate per primi quanto le si complicano i piani?

«Passeremo per primi e giocheremo a Lilla l’ottavo. E’ l’unica cosa che so. Contro chi, è difficile, questa formula non mi va».

Perché?

«Il formato a 16 squadre era ideale. Da subito grandi classiche come Germania-Olanda, Italia-Spagna. Qui dopo due match ci sono nazionali con un punto che possono qualificarsi. Non mi piace ma lo devo accettare. Non si torna indietro. Avremo tempo per studiare l’eventuale terza che arriva».

E’ un vantaggio che la brutta partita sia venuta adesso, di modo da svegliare i suoi?

«Non so se sia un vantaggio, certo è che ci siamo arrabbiati perché volevamo chiudere la qualificazione subito».

Ha visto sorprese e delusioni finora nel torneo? Non è obbligato a rispondere Italia.

«E’ troppo presto per dare giudizi. Ma l’Italia ha iniziato bene. Nel 2006 cominciò male e diventò campione del mondo. Quindi ho molte speranze».