F1 a Roma: la colata di cemento, all’Eur progetto per due palazzi da 15 piani

Pubblicato il 27 Ottobre 2010 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA

Una colata di 80 mila metri cubi di cemento in uno dei “polmoni verdi” della Capitale. La Formula Uno a Roma, se mai sarà, sarà anche questo. A raccontare l’altra faccia del Gran Premio dando voce al malessere di tanti comitati cittadini e non solo è Paolo Boccacci in un lungo articolo sulla Repubblica.

D’accordo, per correre a Roma non sarà necessario costruire alcun autodromo: le strade dell’Eur sono larghe e forse la pista si riuscirà a ricavare senza neppure traumi eccessivi per il traffico. Il punto sono le infrastrutture. Succede che in pieno agosto, quando tra caldo e ferie l’attenzione è un po’ più bassa, al Campidoglio viene presentato il progetto per il Gran Premio. Per correre all’Eur diventa “indispensabile” la costruzione di due palazzoni da 15 piani, senza considerare tutte le costruzioni realizzate dove una volta c’era il Velodromo.

Repubblica lo racconta così: “I due palazzi del comprensorio si chiamano con nomi poetici, Porta dei Pini e Porta delle Tre Fontane. Ma sono 80 mila metri cubi che si abbatterebbero su uno degli angoli storici destinati a verde attrezzato del quartiere, quelli dove dagli anni Sessanta intere generazioni di ragazzi, con le loro magliette bianche e le scarpette da ginnastica, hanno cominciato a correre sulle piste, a giocare a tennis e a pallacanestro”.

Da qui la preoccupazione non solo dei comitati spontanei nati contro l’idea del gran premio romano, ma anche quella di Italia Nostra. Preoccupazione riassunta in un dossier dall’emblematico titolo “Le mani sull’Eur” in cui si spiega come uno spazio pubblico destinato al verde finirà per essere destinato ai privati. E poi c’è la questione degli spazi sportivi, tutti destinati ad essere spazzati via nel caso si opti per il Gran Premio dell’Eur. Vale la pena raderli al suolo per farci correre a 300 chilometri orari i bolidi della Formula Uno? Questione di punti di vista