Fascetti: “Odio il tiki taka, torniamo al libero. Cassano poteva arrivare al livello di Totti e Baggio”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2018 - 17:43 OLTRE 6 MESI FA
Fascetti: "Odio il tiki taka, torniamo al libero. Cassano poteva arrivare al livello di Totti e Baggio"

Fascetti: “Odio il tiki taka, torniamo al libero. Cassano poteva arrivare al livello di Totti e Baggio” (Ansa)

BARI – Tanti auguri Eugenio Fascetti. L’ex allenatore del Bari compie 80 anni e si racconta in una intervista esclusiva rilasciata a Luca Calamai per La Gazzetta dello Sport. Fascetti ha affrontato molti temi ma le considerazioni più interessanti sono sul tiki taka del Barcellona, che ha rivoluzionato il calcio moderno, e sul suo pupillo Antonio Cassano. 

SUL TIKI TAKA – “Nel calcio non inventi niente. La grande Ungheria già aveva il falso nove, a esempio. Non sopporto il tiki-taka. Con me chi esegue due passaggi laterali di fila finisce fuori. E non sopporto il nuovo lessico. Ripartenze, densità difensiva… ma non è meglio parlare di contropiede e catenaccio? La Juve ha conquistato tanti scudetti di fila perché aveva un muro dietro. Ricordatevi, con il libero si vince. È così dai tempi di Beckenbauer, di Scirea, di Passarella. Oggi la grande fisicità degli atleti ha ristretto il campo. Servono centrocampisti che fanno partire subito il gioco per evitare l’aggressività degli avversari. Ma di Pirlo non ne vedo più. Fossi Mancini, che mi piace come c.t., mi terrei stretto Barella. Poi servono attaccanti veloci che tagliano il campo. L’Italia dei tre piccoletti è una buona idea. Chiesa, Insigne e Bernardeschi possono regalarci delle grandi soddisfazioni”.

SU CASSANO – “Cassano ha fatto bene a dire basta. Rischiava di diventare patetico. Antonio ha sfruttato il cinquanta per cento del suo potenziale. Lui poteva arrivare all’altezza di Totti o Baggio. Lo vedrei bene a insegnare calcio ai bambini. Non chiedetemi invece di Balotelli. Per me è un prodotto solo mediatico. Cosa mi immagino per il mio futuro? Voglio ancora vivere a lungo. A patto di avere ancora la testa lucida. Ho tre figli, un maschio e due femminile. Vivono a Londra, a Milano e una anche a Viareggio. Ho un nipotino di 12 anni che gioca in una squadretta legata al Chelsea. Tutto mancino, tutto talento. Deve avere qualcosa dei miei geni. Poi mi piacerebbe che qualche giovane allenatore venisse a vedere i miei diari. Ho sempre scritto tutto il mio lavoro. Giorno dopo giorno, anno dopo anno. Magari poi lo porto a fare una passeggiata sulle Apuane. Sono fantastiche”.

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