Fiorentina-Genoa, Papastathopoulos: “Europa vicina”

Pubblicato il 19 Marzo 2010 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA

Sokratis del Genoa

Stilare una graduatoria dei giocatori che, in questa stagione, hanno evidenziato i maggiori progressi sarebbe difficile oltre che ingeneroso.

Di certo, però, basta assistere ad una partita del Grifone, scegliete voi quale, per notare un gigante greco in grado di interpretare con la stessa efficacia la fase difensiva e quella offensiva.

Un ragazzo tosto su cui si puntano gli occhi per non staccarli più. La fede calcistica è importante ma non fondamentale. E’ sufficiente amare il bel calcio per capire che Sokratis Papastathopulos è uno che ci sa fare.

Cosa colpisce di lui? Beh, sicuramente l’inarrestabile progressione e la straripante forza fisica ma la differenza tra un grande giocatore ed un campione la fa spesso e volentieri la sfera mentale.

E sotto questo punto di vista il giovane Sokratis appare già un veterano. Ci ha impiegato davvero poco tempo per diventare un idolo della tifoseria rossoblù, per riuscire a strappare applausi a scena aperta e consensi pressochè generalizzati.

Le giocate che fanno più notizia sono quasi sempre quelle degli attaccanti ma, in casa Genoa, le scorribande del pilastro della nazionale greca procurano emozioni forti ed incarnano lo spirito di chi non si arrende mai.

E’ genoano da meno di due stagioni ma le caratteristiche del vero Grifone le ha sempre avute nel sangue e nell’indole.

Per il secondo anno consecutivo il Genoa è impegnato nell’entusiasmante lotta per un posto in Europa. Quali sono le principali differenze ed analogie rispetto allo scorso campionato?
«Non mi piace parlare delle differenze e analogie. Preferisco sottolineare che stiamo dando continuità al lavoro impostato dal nostro bravissimo tecnico: questo suo calcio offensivo è in grado di esaltare le qualità di tutti, difensori compresi. All’interno del gruppo non sentiamo la pressione di raggiungere un risultato a tutti i costi, un’ottima condizione per giocarci tutte le nostre carte».

All’interno dello spogliatoio, come state vivendo la fase cruciale di questa stagione?
«Con grande impegno, ben sapendo che stiamo entrando in una fase decisiva del campionato. Un campionato difficile e dove continua a regnare l’equilibrio, con molte squadre concentrate in pochi punti. Ogni giornata riserva delle sorprese, ci sarà da divertirsi sino alla fine».

Vecchia guardia ma non solo. La squadra di quest’anno può contare sia sull’indiscutibile valore dei senatori, sia sull’entusiasmo e la rapida crescita di molti giovani promettenti. Tra i suoi compagni chi sono coloro che la stanno impressionando maggiormente?
«Prendete il mio caso: se non fosse stato per i vari Milanetto, Rossi e soprattutto Sculli il mio inserimento nel gruppo e negli schemi sarebbe stato molto più lento e faticoso. Rispetto all’anno scorso ora sono più consapevole dei miei mezzi, ho preso coraggio e in campo si vede. Dei miei compagni i due che mi stanno impressionando maggiormente sono Bocchetti e Criscito, due grandi giocatori. Da nazionale. Spero di incontrarli al Mondiale».

Lei è una delle punte di diamante di questa squadra e, in prospettiva, dispone di tutti i mezzi per diventare un campione di livello assoluto. Qual è il segreto per disporre di una personalità e di una maturità così spiccate nonostante la giovane età?
«L’aver giocato molte partite fin da giovanissimo, quando ho preferito scendere di categoria piuttosto che sedermi in panchina o farmi della tribuna. Più si gioca, più esperienza si mette da parte. A Genova sono arrivato con un bagaglio, anche internazionale, di un certo livello. Questo mi ha aiutato, ha creato una situazione vantaggiosa».
Le sue proiezioni offensive fanno letteralmente impazzire i tifosi rossoblù. Quando parte palla al piede è davvero inarrestabile e disorienta le difese avversarie. Adesso le manca solo il gol…
«Il gol non è la mia priorità. Certo, spero da qui alla fine della stagione di segnarne almeno uno, però lascio volentieri questa incombenza ad altri. Mi accontento di aver procurato due rigori alla squadra, uno dei quali nel derby. Ma mancano ancora dieci partite e, se non sbaglio, mi hanno detto che le vostre interviste portano pure bene. Chissà che sabato…».

C’è un difensore greco del passato a cui vorrebbe assomigliare? Magari il grande Ardizoglu?
«Stylianos Manolas, giocatore simbolo dell’Aek Atene. Un esempio per i giovani giocatori greci, una vero trascinatore».
Qual è stato l’attaccante che, in questo campionato, ha marcato con maggior disinvoltura? E quello che l’ha messo più in difficoltà?
«Milito sicuramente è quello che mi crea i problemi maggiori, anche se nell’ultimo match contro di lui è andata bene. E’ completo, ha colpi straordinari e poi mi conosce a fondo. In una parola, è un grande. All’altra domanda, non rispondo».

In caso di necessità sarebbe pronto a ricoprire anche il ruolo di centrale e di esterno sinistro?
«Se il mister avesse bisogno… da centrale ho giocato spesso sia in squadre di club che nelle nazionali giovanili. Io a sinistra? Penso che sia impossibile rubare il posto a un Criscito così»
L’obiettivo massimo di questo Genoa è la qualificazione in Europa League o si può puntare con convinzione anche alla Champions?
«Siamo molto liberi di testa, invece di fare progetti e proclami, in questa fase pensiamo partita dopo partita. Un impegno alla volta, può essere questo il nostro segreto».

Claudio Baffico
Marco Liguori