Fognini torna “Fogna” a Wimbledon. “Magari mettessero una bomba qui…”? Per il papà è un tenerone

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2019 - 08:41 OLTRE 6 MESI FA
Fognini torna "Fogna" a Wimbledon. "Magari mettessero una bomba qui..."? Per il papà è un tenerone

Fognini torna “Fogna” a Wimbledon. “Magari mettessero una bomba qui…”? Per il papà è un tenerone

ROMA – Dura rimuovere certe etichette, specie se quella di fare il pazzo quando perdi e di insultare e maledire l’arbitro – e l’avversario, i parenti dell’avversario, i tuoi di parenti, i tifosi, il paese che ti ospita – te la sei guadagnata sul campo. L’exploit della recente vittoria a Montecarlo deve aver suggerito al fumantino tennista italiano Fabio Fognini che era tempo di aggiornare il pendolo delle sue esibizioni, perché a un bel torneo segua sistematica l’uscita sboccata, l’insulto irriferibile, la maledizione gridata fuori dai denti come a Wimbledon due giorni fa. 

Maledetti inglesi maledetti, scoppiasse una bomba su questo circolo qua, una bomba deve scoppiare qua”, ha urlato prima di arrendersi a un semi-sconosciuto Tennys Sandregren (si chiama davvero così). Dice che era frustrato, per il campaccio che gli avevano dato, perché giocava male etc… , “mi scuso, ma finisce qua”. Un classico, le scuse condizionate.

Il padre, intervistato da Repubblica, dice che è un fior di figliolo che ogni tanto sbrocca ma solo in campo, in casa è un angioletto, è un “tenero”. E ci tiene a smentire che nel 2014 abbia insultato perfino lui, per carità, ce l’aveva con il fisioterapista seduto accanto. Ma un giornalista nemico ci ha voluto montare su un caso, dice il padre, abbastanza indulgente tuttavia da soprassedere: “La mia colpa è di non averlo fermato alla mia maniera, ma conoscendomi ho fatto bene”.

Almeno si spiega un certo modo di intendere la tenerezza. Così, per sport, proviamo ad allineare le imprese non sportive del nostro. Il “maledetti inglesi” fa il paio con lo ‘”zingaro di m..” urlato a Filip Krajinovic ad Amburgo qualche anno fa, agli insulti al papà Fulvio, anzi al fisioterapista, a Montecarlo nel 2014, al dito medio mostrato al pubblico di Shanghai dopo il match perso contro uno sconosciuto cinese.

Ad Amburgo nel 2015 a fare le spese del nervosismo del ligure fu anche Rafa Nadal: in quell’occasione Fabio non se la prese direttamente con lo spagnolo ma con lo zio Toni e il suo coaching non autorizzato. A Parigi-Bercy Fognini perse contro Lucas Pouille e nel corso del match discusse con il giudice di sedia brasiliano che alla fine gli negherà la stretta di mano. Una delle poche volte nella storia del tennis. Un palmares niente male. Non si parli però di genio e sregolatezza. Il “Fogna” non è, non è mai stato e non sarà mai un McEnroe. (fonte Ansa)