Fondo Clessidra, Grimaldi: “Compreremo la Roma”

Pubblicato il 28 Agosto 2010 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA

Alessandro Grimaldi (nato a Roma il 13 maggio del 1954), Senior Partner

In Clessidra dal 2003, è Consigliere di Amministrazione della Società. Proviene da Fininvest S.p.A. dove per quattro anni è stato Direttore Affari Generali; nel periodo ha ricoperto il ruolo di Consigliere di Amministrazione di Medusa Film S.p.A. e di Mediolanum S.p.A.

«Sì, la Roma ci interessa». Dopo le voci circolate durante l´estate Alessandro Grimaldi, senior partner e consigliere d’amministrazione del fondo di investimento Clessidra – uno dei più importanti in Italia – conferma l´interesse della sua società per il club giallorosso. «Pensiamo che possa essere un buon investimento».
Una squadra di calcio un buon investimento? Non si è sempre ritenuto il contrario?
«Non più. Proprio Repubblica ha pubblicato i risultati di uno studio di Stage Up secondo cui la redditività media di un club passerà, a parità di costi, da -8,3 milioni del 2008-2009 a +0,4 milioni del 2010-2011. Il tutto grazie ai maggiori incassi dai diritti televisivi».
Numeri buoni, in effetti.
«Le squadre ormai sono come delle major, delle società che producono entertainment, 50-60 spettacoli l´anno. E lo fanno in un settore che paga molto bene. E che permette di ottenere anche un mare di ricavi da fonti alternative come il merchandising, ma anche come iniziative di cross marketing: in Spagna chi ha l’abbonamento per una squadra di calcio può ottenere sconti sulla fornitura elettrica per casa! E il calcio di occasioni del genere ne offre tantissime».
E lo stadio?
«Non siamo dei costruttori, lo stadio ci interessa solo nell´ottica di creare valore per la società».
Quindi, ingolosita dal business, Clessidra cercherà di comprare la Roma.
«Clessidra è interessata, sì. E non da oggi. Ma all´interno di una cordata: noi non abbiamo né la struttura né la capacità né la voglia di prendere in carico una società di calcio».
Cosa significa non da oggi?
«Già a maggio alcuni fondi americani che operano nel settore dell´entertainment ci avevano chiamato per chiedere notizie sulla Roma. Si muovevano sull´onda lunga dell´interessamento di Soros».
E che ne è stato?
«Alla fine hanno deciso di investire altrove (Manchester United, ndr), “spaventati” da alcune arretratezze dell’Italia e del calcio italiano, come quella degli arbitri non professionisti».
Che cosa intende quando parla di “cordata”?
«Clessidra è un fondo di investimento. E non ha nessun interesse a gestire una squadra di calcio. Può avere interesse ad affiancare un imprenditore, rafforzandone le capacità industriali. Ma senza intervenire di persona e senza che la proprietà possa essere ricondotta ad una unica persona».
Si parla di Angelini.
«Beh, Angelini ci risulta realmente interessato ad acquistare la Roma».
Una cordata a due, dunque.
«In un primo momento avevamo ipotizzato una cordata a tre, un terzo a testa, con dentro anche Unicredit. Ma era solo un pour parler».

Fondo Clessidra

Ma la “spersonalizzazione” della proprietà, non rischia di scadere nella deresponsabilizzazione.
«Ci mancherebbe. A noi interessa creare valore e senza professionalità e responsabilità non si crea valore. Le società di calcio sono buoni investimenti a patto che riescano a strutturarsi secondo competenze – ora sono tutte in mano a “one man show”, tranne Milan e Juventus – e a ridurre al minimo quelle sacche di inefficienza che ancora caratterizzano un settore che solo oggi comincia ad uscire da una arretratezza incredibile».
Ne avete già parlato con Rotschild, l´advisor scelto da Unicredit per la vendita della società?
«Gli abbiamo fatto sapere più volte che ci interessa guardare a fondo l´operazione».

Fonti: Alberto Mandolesi e La Repubblica