Francesco Totti: tante macchie in una grande carriera

Pubblicato il 6 Maggio 2010 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA

Francesco Totti

Francesco Totti a tinte forti, nel bene (con giocate e cucchiai d’autore) e nel male come questa sera con il calcione rifilato a Balotelli, negli ultimi minuti della finale di Coppa Italia.

Nel giorno in cui l’Inter si aggiudica la sua sesta Coppa nazionale, fa notizia soprattutto il finale da far west con il colpo violento rifilato da dietro all’interista: un brutto gesto che è costato il rosso al capitano e, probabilmente, le ultime chance di un ritorno in nazionale.

Sulla graticola Totti ci è finito spesso, basti pensare al suo tormentato rapporto con la nazionale: dall’espulsione contro la Corea decisa dall’arbitro Moreno ai Mondiali del 2002, allo sputo al danese Poulsen durante Euro 2004, alla visita ‘fiscale’ con la nazionale di Lippi a Palermo, a settembre dello stesso anno, per finire alla decisione presa dopo la vittoria mondiale a Berlino, il ritiro azzurro tra le polemiche.

Totti è anche quello delle beffe agli avversari, come la maglia con la scritta “Vi ho purgato ancora” che mostrò dopo un derby vinto e che fece imbestialire i laziali (il cui simbolo Di Canio ha spesso duellato verbalmente con il ‘Pupone’ sui giornali) oppure quella mano con il segno 4 sventolata agli juventini, e a Lippi, per sottolineare un rotondo successo della sua Roma sui bianconeri.

Poi il doppio pollice verso alla Lazio, nell’ultimo derby, ed il finale al veleno che ne è derivato.

La squalifica più lunga è quella presa nell’aprile 2005, cinque giornate per un calcetto e uno schiaffo a un suo ex compagno di squadra, quel Colonnese nell’occasione difensore del Siena. Totti accettò le decisioni della giustizia sportiva, sottolineando però che il collega lo aveva offeso “come padre e come marito”.

“Balotelli mi aveva detto qualcosa” ha provato a giustificarsi stasera Totti: ma l’immagine che resta impressa è il suo raptus ai danni dell’avversario, riproposta in decine di replay.

Il grande limite di Totti non è mai stato l’aspetto tecnico ma piuttosto quello psicologico. In un calcio furbo e scorretto è caduto troppo spesso vittima delle provocazioni da parte degli avversari.

A sua parziale scusante c’è da sottolineare il fatto che i fischietti italiani hanno spesso consentito agli avversari del capitano giallorosso di malmenarlo in tutti i modi.

Anche la stampa e le tv non sono mai stati dalla sua parte. Ci sono campioni nella storia del calcio mondiale difesi e “coccolati” dai mezzi d’informazione. Totti no.

Il numero 10 ha sempre dovuto faticosamente costruirsi un’immagine positiva. Il suo impegno nel sociale, con la beneficenza, e i divertenti spot televisivi lo hanno reso simpatico a molti.

Insomma stiamo parlando di un grandissimo campione che, alla stregua di Zinedine Zidane, ha macchiato la sua brillante carriera con gesti evitabili.