Francesco Totti, venti anni di Roma. Quando la classe non ha età

di Filippo Limoncelli
Pubblicato il 27 Marzo 2013 - 16:10| Aggiornato il 21 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Francesco Totti, raggiunto e superato Gunnar Nordahl, domani 28 marzo taglierà un altro traguardo storico: quello dei vent’anni di Serie A.

La sua carriera iniziò, alla tenera età di 16 anni, sul prato verde del “Rigamonti” di Brescia quando, l’allora tecnico giallorosso Boskov, decise di mandarlo in campo per gli ultimi minuti di una gara che la Roma vinceva 2-0 al posto di Rizzitelli. Era il 28 marzo del 1993. Quasi un anno dopo, il 27 febbraio 1994, Totti indossò la maglia numero 11, giocando la prima partita da titolare in campionato contro la Sampdoria (0-1 per i blucerchiati).

Segna il primo dei suoi 226 gol in serie A, il 4 settembre del 1994, Roma-Foggia 1-1. Mazzone lo porta stabilmente in prima squadra e in due stagioni, tra il 94 e il 96, segna 6 reti. All’inizio della stagione 1996-1997 alla Roma arriva un tecnico che non lo capisce. Carlos Bianchi è argentino e crede senza porsi dubbi a chi gli racconta che i romani sono pigri: definisce il ragazzo “un giocatore normale”. Vorrebbe che fosse ceduto a gennaio alla Sampdoria, ma Totti si impunta in campo e fuori e prima di fine stagione sarà l’allenatore a fare le valigie.

Poi verranno Zdenek Zeman, la maglia numero 10 mai più lasciata, oltre al ruolo di capitano. Fabio Capello gli regalerà un altro po’ di diffidenza e lo scudetto del 2001, con la città impazzita per una settimana e Totti che benedice il popolo romanista dal Circo Massimo. E’ sempre Totti l’uomo che, segnando al Bernabeu, farà vincere una squadra italiana sul campo del Real Madrid dopo 35 anni.

Nel 2006, nonostante l’infortunio di qualche mese prima che fece temere per il prosieguo della sua carriera, diventa campione del mondo con l’Italia di Lippi, e l’anno seguente vince anche una Scarpa d’Oro. E’ Luciano Spalletti a trasformarlo nel “finto nove” e con lui alla guida, dal 2005 al settembre del 2009, segna 69 reti in campionato.

A fargli ritrovare quella vena sotto porta, che sembrava un pò svanita dopo la deludente annata con Luis Enrique, è proprio uno dei suoi maestri calcistici, mister Zeman. Una forma invidiabile e, per ora, 11 reti in campionato. Sempre, o quasi, decisive.

Da quella domenica di Brescia,venti anni di passione e di numeri straordinari, unici. 527 presenze in serie A, 281 gol con la Roma, uno scudetto, due Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana, 1 Mondiale e 1 scarpa d’Oro. Un campione che, venti anni dopo quei pochi minuti del Rigamonti, non smette di stupire e, alla faccia dei suoi 36 anni, non ha alcuna intenzione di farlo.