Genny ‘a carogna e i Mastiffs dietro ai furti a giocatori Napoli

di Gianluca Pace
Pubblicato il 9 Maggio 2014 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA
Genny 'a Carogna

Genny ‘a Carogna

NAPOLI – Secondo i pentiti c’è il gruppo ultras dei Mastiffs, quello di Genny ‘a carogna, dietro i numerosi furti contro i calciatori del Napoli.

In tatale, dal 2008 al 2012, sono stati otto i colpi messi a segno. Il primo vide vittima Marek Hamsik al quale due rapinatori sfondarono un finestrino dell’auto con il calcio della pistola per portargli via un Rolex. Nel 2011 la casa di Edinson Cavani fu svaligiata, e poi la sua ex moglie e il suo agente rapinati dei Rolex mentre erano in auto.

Il 20 dicembre 2012 venne rapinato anche Behrami ma l’elenco è lungo. Vittima dei malviventi anche Yanina Screpante, fidanzata dell’ex attaccante azzurro Ezequiel Lavezzi, ora in Francia al Psg. Nel mirino dei malviventi anche le mogli dei difensori Salvatore Aronica e Ignacio David Fideleff.

La Procura di Napoli, nei prossimi giorni, interrogherà il collaboratore di giustizia Salvatore Russomagno e anche altri due pentiti: Maurizio Prestieri e Giuseppe Misso jr.

“C’è un complotto ordito dai Mastiffs per punire i calciatori del Napoli che non presenziano agli eventi organizzati dai tifosi” aveva già raccontato Russomagno.

“Alcune rapine ai danni di Lavezzi, Hamsik o Cavani sono state consumate dai Mastiffs per punirli – ha spiegato Russomagno, che aggiunge: “Bisognava colpire quei calciatori che avevano rifiutato di partecipare a inaugurazioni di club o altri eventi organizzati dai tifosi (…) I Mastiffs ono spietatissimi, il loro capo è conosciuto come la “carogna”, ha lui in mano il potere”.

“Ricordo che le gestioni Ferlaino e Corbelli avevano una sorta di sottomissione al tifo organizzato – ha detto l’altro pentito, Maurizio Prestieri, raccontando il rapporto tra gli ultras e la società–, nel senso che se i predetti non davano biglietti e pass ricevevano forti contestazioni e minacce con danno per la società. Non mi risulta che ciò accada per la gestione De Laurentiis, che ha sempre impostato la direzione della società con un certo distacco con il tifo organizzato”.Una informativa della Digos di Napoli di due giorni fa, ha però parlato di 300 tagliandi, per la finale di Coppa Italia di Roma contro la Fiorentina, consegnati ad alcuni tifosi.

“Sulla curva vige una vera e propria legge della camorra – ha raccontato il terzo pentito, Giuseppe Misso Jr – anche in relazione all’apposizione degli striscioni e all’ingresso di nuovi gruppi di tifosi”.