Sampdoria-Genoa, derby Lanterna è bivio per l’Europa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Febbraio 2015 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA
Sampdoria-Genoa, derby Lanterna è bivio per l'Europa

La coreografia dei tifosi del Genoa nella foto Ansa

GENOVA – Tra Giulio Cesare e Demostene c’era la sua bella differenza. Come tra Mihajlovic che cita il grande condottiero romano e annuncia il rispetto per l’avversario e Gasperini che come il retore nell’agorà attacca il nemico, quella Sampdoria “troppo incensata” e che gioca sporca sulle palle inattive. Derby rovente, quasi colto, quello di stasera al Ferraris, con le genovesi che si affrontano al bivio dell’Europa: come direbbe Lapalisse se perdi sei fuori, se vinci sei dentro.

Se pareggi te la rigiochi. Stracittadina delicata, “ad alta quota” dice il genoano governatore della Liguria Claudio Burlando che ci vede anche “un bel segnale per la città in tempi di crisi”. La Samp, che soffre il crollo della middle season, scende in campo con il fardello di dover ritrovare nuovi equilibri e caratteristiche specifiche dopo il mercato di gennaio che ha costretto Mihajlovic a rinunciare a un aggressivo 4-3-3 per un più cauto 4-3-1-2. I problemi in difesa c’erano e sono rimasti anche perché il neoacquisto Mesbah non ha ancora dimostrato di aver assimilato i meccanismi del ruolo. Eto’o si è fatto male – fastidio muscolare ai flessori della coscia sinistra – quindi per Sinisa in attacco sarà gioco forza affidarsi alla vecchia guardia schierando Eder a sinistra e Okaka a destra con Soriano a supporto. Probabili gli inserimenti a lavori in corso di Muriel. Per superare il momento critico e caricare i suoi Mihajhlovic si affida a Giulio Cesare e, dopo aver insistito, poco poeticamente, sulla necessità di tirar fuori le palle declama:

“Non bisogna avere paura che della paura”. Mihajlovic evoca anche i fantasmi di Mantovani e Garrone, per dare una mano alla squadra che non ha brillato finora per aggressività e fantasia cercando così di ovviare con la psicologia a quello che la tecnica non riesce a fornire. “Voglio undici marinai che affrontino la tempesta” ha detto il serbo scivolando poi sulla buccia di banana della scaramanzia: “Sarò l’ultimo a scendere dalla nave” sperando ovviamente che si riferisca al porto e non all’abisso. “Il Genoa ? ammette Mihajlovic la cui sincerità è nota ? sta meglio di noi in questo momento” e per Gasperini “ho il massimo rispetto. E’ una finale ma noi al Ferraris non saremo soli ci sono 68 anni di storia con noi. Vogliamo rivedere la luce: quella della Lanterna basta per una sola squadra e penso che sia per la Sampdoria”. Favorito il Genoa dunque anche perché i nuovi acquisti dei rossoblù sono esplosi proprio sotto la Lanterna come Niang che al Milan ha fatto 0 gol in 33 presenze e sotto la Lanterna 1 doppietta in 4 presenze. Ne è ben consapevole il tecnico piemontese che risponde cercando di fare terrorismo psicologico; “se avessimo dovuto scegliere un momento per giocare questo derby questo è il momento giusto” ha detto prima della rifinitura a porte chiuse.

“Rispetto all’andata siamo cresciuti e migliorati – ha spiegato -. La vera sorpresa siamo noi. Cosa temo della Sampdoria? Le situazioni su palle inattive perché loro hanno l’abitudine di mettersi volontariamente in fuorigioco e fare i blocchi o fare ostruzione come fanno anche altre squadre. Ma questa sarebbe una situazione fallosa, ma perché sono le regole del calcio. Un ex designatore come Casarin afferma che questo è un modo di barare”. Il derby è servito. .