Giro d’Italia, a Foligno, trionfa Peter Sagan, in irresistibile volata, domani 18 maggio riposo poi Montalcino

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 17 Maggio 2021 - 20:42 OLTRE 6 MESI FA
Giro d'Italia, a Foligno, trionfa Peter Sagan, in irresistibile volata

Giro d’Italia, a Foligno, trionfa Peter Sagan, in irresistibile volata

Giro d’Italia, tappa L’Aquila-Foligno, trionfo di Peter Sagan, in irresistibile volata su Gaviria e Cimolai.  È la vittoria numero 117 dello sloveno in carriera. Una vittoria voluta, cercata, costruita da lontano, fin dal valico dolla Somma, a 39 km dalla linea d’arrivo.

Uno sprint fatto di astuzia, potenza, mestiere e un formidabile gioco di squadra. La Bora ha fatto un forcing assatanato per fiaccare la concorrenza e portare il suo capitano nella migliore situazione possibile al traguardo di Foligno.

E così sono  crollati  via via Merlier, Nizzolo, Campenarts, Groenewegen che non hanno retto  il ritmo indiavolato. A  800 metri dalla linea d’arrivo è m poi caduto Max Kanter,un altro fastidioso concorrente.

Sagan ha preso la ruota dell’argentino , pilotato (male ) da Molano che ha anticipato troppo il suo  “treno “ finendo con l’agevolare lo sloveno che  a meno di duecento metri dal traguardo ha aperto il gas vincendo addirittura di una bicicletta. Ottimo Oldani, quarto. Viviani non ha trovato varchi ed è finito nono.

Immutata la classifica generale

Bernal è sempre maglia rosa tallonato da Evenepoel, Vlasov e  Ciccone. Seguono Attila Valter, Carthy, Caruso. Formolo è decimo.  Dunque tre italiani sono nei Top 10. Non male.

Emblematico il duello tra Bernal ed Evenepoel per contendersi anche i punti del traguardo volante di Santa Rufina. Hanno fatto la volata ma l’ecuadoreno Narvaez ha avuto la meglio sfruttando una loro fatale esitazione .
Una curiosità: a 87 km dall’arrivo i cinque uomini in fuga hanno trovato un passaggio a livello chiuso. Passato il treno hanno ripreso la corsa senza protestare.

Il tema sicurezza al Giro è sempre più vivo

Dopo gli ultimi incidenti, alcuni molto gravi. Se ne discute dentro e fuori la Carovana.

La Corsa Rosa ha già fatto tre vittime illustri: Landa, Dombrowski, Mohoric. Uno spagnolo, un americano ed uno sloveno. Tutti finiti in ambulanza e sotto i ferri. Il basco, capitano della Bahrain Victorius, ha terminato il Giro dopo 4 tappe. Colpa di uno spartitraffico.

Dombrowski  è stato costretto al ritiro per la caduta di Cattolica ( che ha coinvolto pure Sivakov ) accusando vertigini e mancanza di equilibrio. Infine Matej Mohoric , ricoverato ad Avezzano, dopo la caduta choc alla nona tappa nella discesa  che portava alla rampa di Campo Felice.

Lo sloveno ha perso il controllo della bici, nella carambola ha fatto un salto mortale ad alta velocità , ha picchiato la testa sull’asfalto,  ma fortunatamente il caschetto protettivo lo ha salvato.  Bici spezzata, uno spavento  cosmico ma nessuna frattura.

È già stato dimesso e affidato ai medici del Giro. Deve la vita al suo casco ipertecnologico con tre calotte di policarbonato che servono anche per la ventilazione. La resistenza del cinghietto sotto il mento è stata la sua fortuna. Messaggio dal Giro: ragazzi non dimenticate mai di indossare il casco!

Dopo il riposo di martedì 18, il Giro riparte con la tappa degli “ sterrati “. Tappa numero 11, da Perugia a Montalcino. Frazione insidiosa. Di 162 km con due GPM di terza categoria nei 34 km conclusivi. La Corsa Rosa ,giovedì 19, ricorderà  e renderà omaggio a Bartali e  l’ex ct. Martini. Uscendo da Siena , direzione Bagno di Romagna.

Tappa ostica, faticosa. Ci sono ben 40km di sterrato, molti su salita. Già il tratto  di Castiglion del Bosco, a 50 km dal traguardo, potrebbe infiammare la corsa. L’ultima salita , a 13 km dalla linea d’arrivo, con pendenze dal 3 % all’8%, sarà decisiva.

L’arrivo a Montalcino, patria del prestigioso Brunello ( vino rosso, dal color rubino intenso, prodotto in purezza da uve Sangiovese), è ricco di suggestioni e fascino. Siamo nel cuore dellaVal d’Orcia, nel sud della Toscana.