Giro d’Italia, Modena-Cattolica, 177 km, Caleb Ewan, australiano, brucia Nizzolo negli ultimi 40 m, De Marchi rosa

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 12 Maggio 2021 - 19:41 OLTRE 6 MESI FA
Giro d'Italia, Modena-Cattolica, 177 km, Caleb Ewan (nella foto) australiano, brucia Nizzolo negli ultimi 40 m, De Marchi rosa

Giro d’Italia, Modena-Cattolica, 177 km, Caleb Ewan (nella foto), australiano, brucia Nizzolo negli ultimi 40 m, De Marchi rosa

Giro d’Italia, Modena-Cattolica di 177 km, ha vinto Cabel Ewan. Volata imperiale dell’australiano Cabel  Ewan al traguardo di Cattolica. Un guizzo velenoso negli ultimi cinquanta metri. Era in testa Nizzolo tallonato da Viviani. Sembrava fatta. Ma a  quaranta metri dalla linea d’arrivo il lampo di Sydney ha rimontato i due velocisti migliori d’Italia. Li ha affiancati con spavalda sicurezza prima di colpire con un magistrale colpo di reni che gli ha regalato la vittoria numero 48 della carriera.

Nizzolo, costernato, anzi profondamente avvilito per l’ennesimo secondo posto ( già undici quest’anno) si è limitato a sbuffare. Inconsolabile. Terzo Viviani,quarto Sagan, quinto Gaviria.

Tappa con brutte cadute nel finale tumultuoso.  Su strade imbottite di rotatorie, curve a gomito, spartitraffico.

Lo spagnolo Mikel Landa, capitano del team Bahrain, sbatte contro uno spartitraffico segnalato anche da un addetto (travolto) e finisce in ambulanza. Era a 400 metri dal traguardo. Il basco, uno dei maggiori indiziati per la conquista della Corsa Rosa – aveva cominciato col piglio giusto – è costretto al ritiro. Con lui è rovinato a terra l’americano Joe Dombroski, leader degli scalatori.
 
Sono caduti nel finale anche Pavel Sivakov ( contro un albero), e il palermitano Filippo Fiorelli. Rientrati.

Classifica generale con poche variazioni .  Sei italiani nella top 20. Nibali al 22esimo posto ( guadagna tre posizioni ). Ciccone è 16esimo dietro Gianni Moscon.Dopo di lui Pozzovivo, Nibali. Il  friulano De Marchi resta in maglia rosa. Con 42” sul belga Vervaeke. Bettiol è sempre ottavo.

 
La sincerità e l’impegno  sociale  di una maglia rosa fuori dal coro.

Una favola moderna al Giro

Alberto De Marchi, friulano doc, appartiene alla classe operaia del ciclismo. La classe che va in Paradiso. Una vita da mediano. Pardon, da gregario. Di lusso finché si vuole, ma sempre gregario. A 35 anni si è fatto un bel regalo: la maglia rosa inseguita per undici anni. E gli italiani hanno scoperto l’uomo. Più del campione.

L’uomo che crede nei valori, che fa le battaglie per Giulio Regeni, per l’ambiente, per tante cause sociali. Dice: “Prima di essere un ciclista sono un padre. Ci sono i genitori di Giulio in cerca di giustizia: sto dalla loro parte “. E poi : “Il braccialetto giallo che porto per invocare giustizia vale più della maglia rosa“. Giù il cappello.

Sesta tappa del Giro domani (  giovedì 13 maggio )

Ci sarà il primo, vero, arrivo in salita. Può cambiare tutto.

Dalle Grotte di Frasassi  ad Ascoli Piceno. Sono 160 km  con tre GPM. E una salita finale di 16 chilometri  non durissimi ma selettivi.

Si parte dal territorio di Genga, provincia di Ancona, sede delle celebri grotte di Frasassi – grotte carsiche, uno spettacolo unico al mondo –  e si arriva ad Ascoli con una ascesa conclusiva. Che ha l’ultimo tratto con una pendenza del 10%.

 
Ma già a metà percorso c’è la Forca di Gualdo in provincia di Macerata con un valico a 1.496 s.l.m. Siamo sui monti Sibillini, nell’Appennino umbro-marchigiano . Tre i GPM e due sono di seconda  categoria. Traguardo a 1.090 metri. Può succedere di tutto.