Guardiola, Renzi: "Come un precario si rimette in gioco"

Pubblicato il 27 Aprile 2012 - 17:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Che spettacolo! In un mondo dove tutti chiedono il rinnovo per anni e anni, dove tutti vivono alla disperata ricerca di garanzie su garanzie, lui che in virtu' dei suoi successi potrebbe chiedere qualunque cosa si rimette in gioco''. Matteo Renzi, amico di Pep Guardiola, in una dichiarazione all'ANSA manifesta la sua ammirazione per l'uscita di scena catalana del tecnico del Barcellona.

''Qualcuno pensera': lui lo puo' fare perche' e' Guardiola. Mi piace pensare: e' diventato Guardiola perche' l'ha sempre pensata cosi' – prosegue il sindaco di Firenze – Gli ho consegnato le chiavi della citta' per questo motivo, non perche' ha vinto la Champions League. L'ho fatto quasi di nascosto, io, lui, qualche amico e i nostri figli che scorrazzavano nella Sala di Clemente e Palazzo Vecchio. Non volevo fosse l'ennesima comparsata tv con la stampa pronta a scattare un flash e al contempo a criticare il politico che lucrava visibilita'. Era la cosa giusta da fare, perche' Guardiola ha lo stesso spirito di chi cinque secoli fa, facendosi guidare dalla nostalgia di cose non viste, rispondeva alla domanda di senso mettendosi in viaggio verso terre lontane''. ''Confesso dunque di essere di parte perche' amico – la conclusione di Renzi – quando lo definisco l'allenatore piu' forte del mondo. Ma devo dire che mi ha colpito lo scambio di sms dopo l'eliminazione di martedi' contro il Chelsea. Pep mi ha scritto sul valore morale della necessita' di mantenere la dignita' nella sconfitta. Facile essere grandi quando si vince. Meno facile, ma forse piu' bello, essere grandi dopo una sconfitta. E per me Pep Guardiola, ovunque andra', rimarra' un grande''.