Serie A, Ibra risponde a Matri. Duello Milan-Juve, si staccano le altre

Pubblicato il 29 Gennaio 2012 - 22:41 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Ibra, Nocerino e Ambrosini: il Milan liquida 3-0 il Cagliari e si mantiene ad un solo punto dalla Juventus capolista. Il posticipo della ventesima di campionato è gara senza storia (la scelta di metterla come notturna, in effetti, lascia perplessi): all’intervallo, grazie ad una splendida punizione di Ibrahimovic e al gol di Nocerino, la partita non ha più nulla da dire. Nella ripresa, poi, c’è spazio per El Sharawi e Inzaghi. In gol, però, ci va Massimo Ambrosini. Quanto al Cagliari, troppo dimesso per fare paura alla corazzata di Allegri che continua a tallonare la Juve di Conte.

Sabato sera la Juventus si era assicurata un altro turno da prima della classe battendo 2-1 l’Udinese. A decidere due gol di Alessandro Matri con in mezzo il pari provvisorio di Floro Flores. Alla fine, persino uno prudente come Beppe Marotta è costretto ad ammettere: “Non ci possiamo più nascondere”.

Per il terzo posto, quello valido per i preliminari di Champions, è il giorno della grande frenata. Con l’eccezione della Lazio vittoriosa a Verona, infatti, tutte le altre perdono o al massimo ottengono un punto in casa.  Non un bottino da primi posti.

L’Inter di Claudio Ranieri interrompe a Lecce la sua rincorsa al vertice, proprio nel giorno in cui i tre punti le avrebbero consegnato il terzo posto. A decidere, dopo 40 minuti, è un gol di Giacomazzi. Ci sarebbe più di un tempo per raddrizzare la situazione contro una difesa non inespugnabile. Invece il fortino di Serse Cosmi tiene anche grazie a più di un intervento decisivo del portiere Benassi. Alla fine Ranieri mastica amaro e parla di nervosismo. Il Lecce, invece, intravede la salvezza: Cesena scavalcato e permanenza in A lontana tre punti.

A ridere, invece, è la Lazio che approfitta di un Chievo dimesso e si rimette in scia dell’Udinese. A Verona gli uomini di Reja sbloccano con Hernanes e poi Klose ne fa due nel finale. Chievo non pervenuto e Lazio finalmente autoritaria dopo una serie di uscite sotto tono. Reja gongola: “Ci voleva”. Soprattutto perché la classifica, ora, torna a farsi decisamente interessante.

Non va oltre il pari interno contro il Bologna la Roma di Luis Enrique che, dopo il rovescio di Coppa Italia, continua a dare segnali di involuzione. L’assenza di De Rossi e una difesa tornata ballerina fanno il resto. A conti fatti il pareggio va persino stretto al Bologna che, oltre al gol di Di Vaio pareggiato da una punizione di Pjanic, sciupano almeno tre occasioni nitide per vincere la gara. Alla fine Luis Enrique signorile ammette: “Grande Bologna, noi lenti”. Soprattutto si lascia sfuggire una considerazione amara che non può non allarmare: “Speriamo non sia una stagione anonima”.

Dietro la Roma il Napoli fa anche peggio, perdendo 3-2 in casa di un Genoa in decisa ripresa. A Marassi il Napoli incassa va sotto di tre gol (due di Palacio e si sblocca anche Gilardino) e quando prova a rientrare in partita è troppo tardi. Cavani prima e Lavezzi poi danno l’illusione della rimonta, ma non basta. A Mazzarri, dopo l’impresa di Coppa Italia, resta da fare i conti con un campionato che inizia a diventare troppo deludente.

La frenata del gruppo Champions accorcia il buco con il centro classifica dove sale il Palermo che inizia a trovare la quadratura con Bortolo Mutti. I rosanero battono 2-0 un Novara con più di un piede in B grazie ad una doppietta di Budan. E Mutti proprio del centravanti spiega che è “un punto di riferimento per il Palermo”. Hernandez in attesa di rientro, Pinilla partito per Cagliari e forse lo stesso Miccoli non ringraziano.  Quanto al Novara la sensazione è che più che ritocchi di mercato serva un miracolo.

Sale e respira anche la Fiorentina di Delio Rossi, vincitrice 2-1 nel derby toscano di pranzo con il Siena. In campo c’è Amauri e si vede. Anche se non è al meglio i viola trovano comunque un riferimento offensivo importante. La partita si mette subito in discesa grazie a Jovetic, poi raddoppia Natali. Nel finale, quando è troppo tardi, per i bianconeri accorcia Calaiò.

Si rivede, dopo qualche turno di pausa, l’Atalanta che passa a Cesena grazie a un cross di Schelotto deviato nella propria porta da Rossi. Partita, per usare un eufemismo, non bellissima. Eppure Colantuono ha di che sorridere: i tre punti riportano i bergamaschi in lidi più tranquilli.

Nell’altro anticipo di sabato, invece, pari per 1-1 tra Catania e Parma. La squadra di Montella, da oggi senza Maxi Lopez, è in leggero calo. La classifica, in ogni caso, le consente una piccola pausa.