Ibrahimovic scarica il Milan e l’Italia: “Da voi non c’è futuro”

di Filippo Limoncelli
Pubblicato il 19 Luglio 2012 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA
Zlatan Ibrahimovic (LaPresse)

PARIGI (FRANCIA) – Zlatan Ibrahimovic saluta e ringrazia il Bel Paese coronando il suo sogno (talmente segreto che non se ne è accorto nemmeno lui) di approdare al Paris Saint-Germain. Qui da noi non c’è futuro, meglio cercarlo altrove, dove sui sogni e sul futuro è ancora appeso il cartellino del prezzo: “Io il futuro lo vedo al Psg, in Italia non vedevo futuro”. Lapidario. Lo svedese è stato l’unico a prendere sul serio il suo capo in Italia, Galliani, che ammoniva inascoltato, “il calcio italiano da ristorante di lusso si diventato una pizzeria”. No future. No money, che ci sto a fare.

“Il campionato italiano? Ho lasciato l’Italia perchè lì non vedo futuro, qui è il futuro. In Italia non si sa cosa può accadere: non si sa mai le persone che cosa vogliono fare, ma poi qualcosa fanno. Giocatori come me e Thiago Silva sono una grossa perdita, non solo per il Milan, ma per tutto il campionato e il calcio italiano. Sicuramente senza di noi il campionato sarà più povero, con meno qualità. Quello che succederà in Italia da questo momento non è un mio problema, è un loro problema”.

“Sono arrivano in un dream-team e questo proseguirà, faremo di tutto per vincere – ha proseguito l’attaccante svedese – Non dobbiamo dimenticarci di Thiago Silva e degli altri campioni che porteranno il loro contributo. Questo è il futuro e io ci credo. Considero questa squadra allo stesso livello delle altre in cui ho giocato. Non ci sono molte squadre come questa, forse siamo nelle top 3 ma sono quando vinci la gente comincia a crederci”.

“Posso dire che sono stato felice di arrivare al Milan, avrò sempre dei bei ricordi, mi hanno aiutato, a me e alla mia famiglia. Sono stato molto bene. Non voglio mettere in ombra quello che ho vissuto al Milan. Li ringrazio, auguro loro tutto il meglio. Continueranno a fare bene anche senza di me. Io lì ho dato il massimo”.

“Oggi sono qui, ho appena firmato il mio contratto. Avevo detto che quello con il Milan sarebbe stato l’ultimo contratto ma non si sa mai nel calcio cosa può succedere. Oggi sono qui e voglio pensare a vincere qui. E’ molto lontano il pensiero della fine della carriera e se finirò qui. Adesso sono qui, non voglio pensare al passato ma a quello che farò. L’importante è che quando lascerò avrò dato qualcosa. Nessuno mi ha influenzato al Milan, è stata una mia scelta. Continuerò a dare il massimo, spero e voglio vincere ancora”.

“La storia è lunga, non è durata quattro giorni e non è stata una vendita del Milan, è stato il Psg che ha fatto l’acquisto più grande della sua storia”, ha puntualizzato il direttore sportivo del club parigino Leonardo.

“Cosa conosco della Ligue 1? Non so tanto del campionato francese e dei giocatori che ci giocano – ha ammesso Ibra – ma sono qui anche per questo. So che i francesi amano il calcio e spero che mi apprezzino e mi conoscano sempre meglio. Non conosco bene Parigi, sono stato qui con mia moglie due-tre volte. Di solito è una meta di vacanza, viverci sarà molto bello. Sono molto interessato a quello che la città potrà offrirmi”.

“Le mie ultime giornate? Il primo giorno in cui il Psg ha contattato la mia società ho capito che era una questione di dettagli. Ma questo non è il mio lavoro. Io gioco a calcio. Io sono andato a Ibiza, dove tutti mi seguivano. In questi giorni sono stato abbastanza rilassato”.

“Io come la Monna Lisa? Sicuramente mi ha messo un po’ di pressione addosso ma certo è che sono felice. Se vinco sarà felice tanto quanto le persone che mi circondano. Il motore è il club, che ci sia una star è secondario”, la risposta di Ibra a chi gli chiedeva del paragone fatto con la Gioconda dal suo procuratore Raiola.

L’agente del campione svedese, Mino Raiola, ha poi svelato i retroscena di questo affare che viene da parecchio lontano: “L’operazione che ha portato Ibra a Parigi è nata a gennaio, quando è arrivato Maxwell e Leonardo mi ha espresso il gradimento per il calciatore e la sua volontà di fare di tutto per portarlo a Parigi. La decisione del Milan? Hanno preferito prendere una decisione drastica, in linea anche con il momento del paese. I top player non arrivano più ma li possiamo far crescere. Lo stato d’animo di Galliani? Adriano è una persona onesta, è amareggiato perché è perfettamente che il Milan ha perso due grandi giocatori”.

Mai come ora il divario tra chi ha risorse virtualmente illimitate e gli altri è evidente. Basta prendere ad esempio i parigini che hanno speso qualche centinaio di milioni in un paio d’anni per farne sulla carta uno squadrone, un “sogno” per molti calciatori. Facile, quasi banale: basta avere appunto quelle poche centinaia di milioni di euro. Che fine ha fatto lo sbandierato fair-play finanziario?