Icardi ci fa o il ginocchio duole? Oggi “visita fiscale”, tregua armata con l’Inter

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Febbraio 2019 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Icardi ci fa o il ginocchio duole? Oggi "visita fiscale", tregua armata con l'Inter

Icardi ci fa o il ginocchio duole? Oggi “visita fiscale”, tregua armata con l’Inter

ROMA – Oggi alla clinica Humanitas di Milano un primo verdetto nel duello che oppone Mauro Icardi all’Inter: su prescrizione del medico sociale Pietro Volpi il centravanti si sottoporrà a visite mediche accurate per verificare come sta veramente il suo ginocchio. L’infiammazione si è riacutizzata dopo il clamoroso declassamento del capitano cui è stata tolta d’imperio la fascia.

Anche ieri non si è allenato svolgendo solo terapie conservative, non convocato contro la Sampdoria domenica scorsa, non sarà a disposizione neppure contro il Rapid Vienna giovedì nel ritorno dei sedicesimi di finale. L’Inter vuol vederci chiaro, se gli esami non evidenziano problemi per la società è abile e arruolato, per cui altri rifiuti avrebbero conseguenze gravi nel rapporto di lavoro.

Dopo i sassi contro l’auto guidata dalla moglie/procuratrice Wanda Nara e le sue lacrime in diretta, Marotta è corso a esprimerle solidarietà: qualche sorriso e una carezza di consolazione però possono significare al massimo una tregua. Armata: Wanda non arretra, Mauro torna e gioca a una sola condizione, che gli vengano restituiti fascia e onore (lei poi ha ritrattato sdegnata con la Gazzetta dello Sport, ma intanto l’avviso era passato e lui non gioca). 

La società nerazzurra risponde con la visita fiscale, proprio come si fa con i dipendenti in odor di renitenza. Quel ginocchio dolorante rischia di indirizzare la guerra da una parte o dall’altra: ho stretto i denti pur di giocare, lamentava il calciatore a testimonianza del suo attaccamento alla maglia prima che deflagrasse il conflitto intestino, vediamolo questo infortunio, dice la società, vediamo se fa fa male veramente o è un altro espediente per marcare visita.

Sullo sfondo restano due questioni decisive, per l’oggi e per il domani: il rinnovo contrattuale sta erodendo un capitale, umano e patrimoniale, il miglior giocatore si deprezza in vista di un eventuale trasferimento e intanto non gioca, pregiudicando di fatto l’esito del campionato in corso in cui l’obiettivo Champions (quarto posto) è presupposto finanziario ineludibile per le ambizioni future. Una soluzione win-win, dove a guadagnarci siano entrambe le parti, al momento appare illusoria. Specie se appesa ai capricci di una rotula infiammata.