“Insulto razzista” non dimostrato: Pro Patria vince a tavolino 3-0 col Casale

Pubblicato il 22 Gennaio 2013 - 18:10| Aggiornato il 16 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

BUSTO ARSIZIO – L’insulto non c’è stato. O, almeno, non è dimostrabile che ci sia stato. Con questa motivazione il giudice sportivo ha assegnato la vittoria a tavolino per 3-0 alla Pro Patria contro il Casale in un incontro della categoria giovanile dei Beretti sospeso dopo pochi minuti.

Succede tutto domenica pomeriggio: al minuto 38 del primo tempo il giocatore di colore del Casale Fabiano Ribeiro punta il dito contro un avversario accusandolo di aver pronunciato una frase razzista. La memoria di quanto accaduto a Busto Arsizio tra Pro Patria e Milan con gli insulti a Boateng  è ancora fresca e forse influenza giocatori e tecnici del Casale che danno ascolto al loro giocatore e lasciano il campo.

Qualcosa, però, stavolta non convince. Ribeiro è l’unico ad aver sentito l’insulto. Non a caso il presidente della Pro Patria dice all’Ansa delle parole che fanno pensare: “Il Casale si è scusato” e conferma la versione secondo cui “nessuno in campo ha sentito l’insulto”.

Tutto a questo punto passa nelle mani del giudice sportivo che, in buona sostanza, accoglie la tesi della Pro Patria. Quindi partita vinta a tavolino e giocaotore vittima dell’insulto (forse) fantasma squalificato per un turno.