Calcio, Inter: Balotelli lascia il ritiro dopo colloquio con il presidente Moratti

Pubblicato il 23 Aprile 2010 - 22:18| Aggiornato il 24 Aprile 2010 OLTRE 6 MESI FA

Non c’é pace all’Inter, nonostante sia concreta la possibilità di arrivare in finale di Champions League, 38 anni dopo la sconfitta contro l’Ajax di Cruijff. In attesa del ritorno con il Barcellona c’è l’Atalanta, ma il caso Balotelli continua ad avvelenare l’ambiente.

Le scuse dell’attaccante, che ha ammesso di stare vivendo uno dei periodi più difficili della sua vita e si è detto molto dispiaciuto per ciò che aveva fatto, e per aver gettato via la maglia dopo la partita, non sono state ritenute sufficienti dai compagni e dalla società. Così il giocatore in serata ha lasciato il ritiro dei nerazzurri dopo un colloquio con il presidente Moratti.

La motivazione ufficiale, espressa dal sito della società, è che “la decisione del presidente è maturata al fine di evitare tensioni in occasione della partita con l’Atalanta”. Come dire che Balotelli non ha fatto di testa sua: è stato Moratti a dirgli di andarsene, nonostante Mourinho avesse già fatto sapere di volerlo schierare contro l’Atalanta. Le scuse di Supermario quindi non gli sono servite per ottenere il perdono dei compagni, alcuni dei quali (Materazzi, Lucio, Milito) erano letteralmente furiosi con lui subito dopo la partita con il Barça.

In seno alla squadra, ed alla società, è stato anche fatto notare che il gesto di Balotelli non poteva essere cancellato da una lettera di scuse arrivata con tre giorni di ritardo. Mourinho e i giocatori interisti non avrebbero gradito il comunicato del giocatore con il riferimento alle urla dell’allenatore durante Inter-Barcellona, ritenuto tardivo e non proprio sincero. Ora all’Inter si cerca di rimettere insieme i cocci, ma l’ambiente alla Pinetina rimane ostile per l’attaccante n. 45, che oggi, nel corso dell’allenamento è stato contestato da una parte della tifoseria presente. C’è stato perfino chi è arrivato ad ipotizzare che la decisione di far svolgere la seduta a porte aperte sia stata presa per arrivare a questo tipo di situazione. In ogni caso, molto freddi con Balotelli si sono mostrati alcuni compagni, che non lo avrebbero neppure salutato.

Ma a spingere Moratti alla decisione di chiedere a Balotelli di lasciare il ritiro sarebbe stato anche il timore di possibili (anzi, probabili) contestazioni  a San Siro nella partita contro l’Atalanta, che avrebbero potuto creare un ambiente non facile per tutta la squadra, impegnata in una partita che deve assolutamente vincere per inseguire lo scudetto.

L’Inter vuole tutto il pubblico dalla sua parte, quindi non sono ammessi elementi che potrebbero provocare problemi. Balotelli ora potrebbe essere lasciato a casa, quindi non convocato, per la semifinale di ritorno contro il Barcellona. A questo punto appare sempre più probabile un divorzio a fine stagione, anche se non sembra credibile l’ipotesi che vorrebbe Supermario destinato al Milan.

Intanto per l’Inter c’è l’Atalanta, squadra che ha meno della metà dei punti di Zanetti e compagni e lotta per salvarsi, ma contro la quale sono sconsigliabili cali di intensità. Per questo in casa interista non è in vista un massiccio turn over: l’unico escluso dai convocati è Pandev, con qualche problema muscolare. A centrocampo partirà titolare Stankovic, che sarà squalificato al Camp Nou. E non è escluso che possa giocare anche Maicon, nonostante abbia saltato gli ultimi allenamenti per la ricostruzione del dente incisivo rotto in un contrasto con Messi. Insomma, sarà la migliore Inter possibile.

Da qui alla fine del campionato restano quattro giornate, 12 punti a disposizione. Mourinho vuole fare bottino pieno, consapevole che questo può essere l’unico modo per spuntarla nel rush con la Roma. Per dirla con José Mourinho, quella dell’Inter è una corsa “contro molte cose”, non contro questa o quella squadra.

Il suo gesto delle manette resterà il simbolo di questa stagione, ricca di polemiche e veleni: dallo spostamento dei calendari prima del derby alle squalifiche, dalle diatribe con la stampa a quelle con qualche collega allenatore e persino con qualche presidente. Da ultima il portoghese ha criticato l’ammenda da 20 mila euro inflitta al capitano romanista Totti per i pollici all’ingiù dopo il derby, ben più mite delle tre giornate di squalifica scontate per le manette. “Due pesi e due misure”, ha osservato l’ad nerazzurro Ernesto Paolillo: “Il modo migliore per ribattere a queste cose è vincere sul campo”. Ultima motivazione per Moratti, solo in ordine cronologico, è la vicenda di calciopoli, con la difesa di Luciano Moggi che ha chiamato in causa le intercettazioni del compianto Giacinto Facchetti a sostegno della tesi che ‘”cosi” facevano tutti”.

Insomma, ora che l’epilogo si avvicina, in casa Inter cresce la voglia di spuntarla.