Inter campione: Massimo Moratti come papà Angelo

Pubblicato il 22 Maggio 2010 - 23:06 OLTRE 6 MESI FA

L’abbraccio forte con Diego Milito, poi la stretta di mano alla panchina del Bayern, poi i pugni alzati verso la curva: la notte di José Mourinho finisce con la sua seconda Champions alzata nel cielo di una città che potrebbe presto essere la sua casa.

Da ‘special’ a ‘ganador’, cambia la lingua ma il concetto è sempre lo stesso: Mourinho è un vincente con lo stile da vincente che non ha eguali nel calcio. Fa fatica a trattenere le lacrime mentre Javier Zanetti gli ripete “sei un grande, sei un grande”. E’ un invito a restare ancora perché di Champions con l’Inter ne può vincere ancora.

Il figlio José junior gli sale sulle spalle e anche lui si gode lo spettaccolo di un’altra partita gestita da suo padre con la solita capacità di avere il meglio dai suoi uomini. Perché lui è sempre in piedi, a un metro dal campo, il più vicino possibile alla sua squadra che osserva, incita, applaude e striglia. Ci impiega meno di tre minuti per uscire dall’area tecnica ed esibire una delle sue smorfie che fanno tanto cinema e tanto piacciono alle telecamere. Sarà anche stato il suo “capo”, ma con Van Gaal proprio non c’entra nulla: il tecnico olandese resta sempre seduto in panchina, con quella faccia mono-espressione inutilizzabile anche per una pubblicità di formaggini. Quando segna Milito, Mourinho fa l’opposto degli altri: i giocatori della panchina corrono esultando verso il campo, lui se ne va verso la panchina a bere. Ovvio. Ma la tensione è tanta e rimane fino alla fine, non è come nel 2004 quando vinse con il Porto passando l’ultima mezz’ora seduto a parlare con i suoi collaboratori perché tanto vinceva 3-0. Il Bayern ci prova ma c’é il Principe in campo e il Principe non sbaglia praticamente mai.

Dopo il secondo gol di Milito, non può sfuggire all’abbraccio di Materazzi ma è un attimo, un attimo solo di esultanza, perché poi invita tutti alla calma.

Ma è la serata dell’Inter, non c’é Robben che tenga a rovinarla e la lunga notte di Mourinho è un’altra notte di trionfi che lo rende, a soli 47 anni, uno dei tecnici più vincenti in attività. “Dove c’é un campo, un pallone e dei giocatori io sarò felicé, ha detto ieri. Non male essere felici al Bernabeu con una Champions in mano.