Inter-Lecce, ‘tarocco fallito’. 150 mila euro in fumo e minacce

Pubblicato il 1 Giugno 2011 - 16:50 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Doveva finire “over” cioè con almeno tre gol segnati, non importa da chi. E’ finita con un 1-0 striminzito che avrà anche fatto felici i tifosi dell’Inter (vincitore sul Lecce) ma che ha fatto imbufalire, secondo i magistrati che indagano sul presunto scandalo di calcioscommesse che ha portato a 16 arresti, chi aveva apparecchiato la combine. Quella partita, sempre secondo l’accusa, ha trasformato il portiere del Benevento Marco Paoloni da complice in vittima. Era lui l’uomo che doveva “aggiustare” il risultato. E a missione fallita, contro il giocatore, piovono minacce.

Era il 20 marzo del 2011, il campionato presenta una gara sulla carta senza storia: Inter contro Lecce. Gli “scommettitori” pensano a fare le cose in grande: invece che accontentarsi di una partita di B o Lega Pro puntano al bersaglio grosso, a taroccare una gara dei campioni d’Italia. Giocare il semplice segno uno non si può, renderebbe poco o nulla. Si punta sull’over: bastano un paio di “distrazioni” in campo e il risultato è assicurato.

A garantire che tutto andasse secondo quanto pattuito doveva essere, secondo i magistrati il portiere del Benevento Marco Paoloni. Come avrebbe dovuto agire Paoloni, se contattando qualche giocatore e quale non è dato saperlo. Gli atti spiegano semplicemente che il portiere garantisce e che dai “bolognesi” compreso Beppe Signori parte una scommessa che avrebbe dovuto rendere 150 mila euro grazie a Inter-Lecce over e  alla “combine” della gara tra Benevento e Pisa (finita poi 1-0 per i padroni di casa).

Qualcosa, però, non va secondo i piani di Paoloni. Così il cartello dei Bolognesi, spiega Repubblica riportando un’intercettazione, chiede il conto (13 mila euro) al diretto interessato. Parole chiare che non lasciano presagire nulla di buono: “Poi veramente la gente ti viene a sparare..ti faccio vedere io che fine fai… vengo io a casa tua… i soldi a me velocemente…i 13mila euro se no stasera sono a  casa tua…vai dove ca..o..devi andare ..dagli usurai…vatti ad ammazzare ma portami i 13mila euro”.

Da quel 20 marzo in poi, secondo i magistrati, Paoloni è sia colpevole sia vittima. Il fallimento delle giocate, si legge negli atti con cui la Procura ha disposto i 16 arresti “scatena una sorta di caccia all’uomo nei confronti di Paoloni, che si ritiene essere il responsabile di quanto accaduto. Nell’ambito del tentativo di ottenere da Paoloni l’equivalente di quanto perso al gioco Bellavista, Erodiani e Giannoni  (il gruppo dei bolognesi) nel medesimo contesto gli ingiungono di pagare quanto dovuto”.