Inter-Milan: Mancini scaramantico, Mihajlovic coraggioso

di redazione blitz
Pubblicato il 13 Settembre 2015 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA
Il derby "vale tre punti come le altre" ma "è la partita perfetta per sbloccarsi". Per questo Sinisa Mihajlovic vuole affrontare il passato interista con un Milan "coraggioso", con giocatori che "indossano "la maglia rossonera con leggerezza e non come una corazza", "tirando fuori il bimbo che c'è in loro". E' un compendio di psicologia da allenatore la conferenza stampa della vigilia del serbo, che non è stato tenero coi suoi ragazzi dopo le prime deludenti uscite. "Quando saremo una squadra coraggiosa che gioca per vincere i nostri tifosi ci appoggeranno. Una tifoseria esigente come la nostra rifiuta una squadra che si chiude e ha paura di sbagliare", ha spiegato Mihajlovic, chiarendo che i suoi forti richiami (soprattutto dopo l'amichevole col Mantova) "non per erano per scaricare i giocatori ma per spronarli". Comunque, per ribadire i concetti, il serbo ha rivelato che Balotelli, appesantito da 3 chili di troppo, "ha perso solo due etti e mezzo e deve ancora smaltire massa grassa". E ha chiarito che "da tre anni Milan non fa Milan. Prima ci abituiamo a pretendere più da noi stessi, alzando soglia sacrificio, prima arriveranno risultati. Dopo 22 anni in Italia - ha aggiunto con una battuta replicando a un giornalista che non aveva inteso una sua risposta - parlo bene italiano, penso di riuscire a farmi capire, anche se vedendo i miei giocatori in campo...". Dei difetti della squadra si è parlato nei giorni scorsi anche durante una cena ad Arcore con il presidente Silvio Berlusconi e l'ad Adriano Galliani. "Nessun problema, ci siamo confrontati, io sono responsabile della squadra e ho mani libere di fare tutto quello che penso giusto", ha assicurato l'ex di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter, che durante la sosta per le nazionali ha provato a sistemare le cose a centrocampo: non è escluso che Montolivo prenda il posto di De Jong davanti alla difesa ("Sono compatibili ma con un modulo diverso dal 4-3-1-2"), ma il coraggio è difficile da allenare. "Vivendo a Milano è difficile", ha sorriso il serbo, che pensa a luoghi più complicati come palestre di vita, ad esempio il suo Paese, dove lui ha conosciuto "le sofferenze di chi scappa dalla guerra e deve ricostruirsi una vita a 50-60 anni altrove, dove non conosce nessuno". Da qui la proposta a Roberto Mancini. Chi vince il derby fa una donazione per i migranti che in queste settimane stanno attraversando l'Europa con ogni mezzo in fuga dalle guerre del nordafrica. "Con Mancini siamo amici da oltre 20 anni. E' merito suo se faccio questo lavoro perché mi ha scelto come vice all'Inter. Saremo avversari per una sera e poi se ne riparlerà fra sei mesi, se ci saremo... - ha scherzato Mihajlovic - Dall'Inter gufano, dicono che siamo favoriti e farò di tutto per fargli azzeccare pronostico mostrandogli un Milan vincente". Questi tre punti, insomma, pesano. "Sarebbe una grande gioia vincere il derby e una brutta cosa perderlo, ma - ha precisato l'allenatore del Milan - è solo la terza giornata di campionato. Dobbiamo stare sereni e cercare di affrontarla con la testa libera, cercando di divertirsi, con coraggio".

Mancini e Mihajlovic nella foto LaPresse

MILANO – Sereno, soddisfatto della sua Inter, soprattutto scaramantico. Alla vigilia del derby di Milano, Roberto Mancini consegna i favori del pronostico agli avversari rossoneri.

“Hanno vinto i due derby giocati questa estate. E’ giusto e normale che siano i favoriti”, dice in conferenza stampa. Difficile che il tecnico veda svantaggiata la sua squadra, più probabile sia un modo per allentare la pressione alla vigilia della sfida più importante dell’inizio di stagione. San Siro e’ sold out (incasso record di oltre 3.5 milioni di euro): i tifosi vogliono la vittoria a tutti i costi, tre punti per la gloria e il prestigio, oltre che per la classifica. Mancini minimizza almeno apparentemente: “Il risultato non è decisivo. Faremo una grande stagione indipendentemente dall‘esito del derby. Vincere porterebbe entusiasmo, continuità e tranquillità. Ma siamo solo alla terza giornata e non cambia niente”.

Sicuramente ne’ Mancini, ne’ Mihajlovic passeranno una notte del tutto tranquilla. Entrambi provano a nascondere l’emozione per una sfida dal sapore particolare, quella tra due amici che – per novanta minuti – saranno accesi rivali L’Inter di Mancini e’ alla prova del fuoco. I nerazzurri devono dimostrare il loro valore e la loro forza di squadra, a dispetto dei tanti debuttanti: “Non credo sia un problema. A parte Perisic e Telles tutti gli altri conoscono il calcio italiano”.

Il tecnico mette in campo una squadra offensiva con un tridente di qualita’: Perisic, Jovetic e Icardi. L’argentino e’ disponibile: “Sta bene. Si sta allenando a pieno ritmo e  indosserà la fascia da capitano anche nel caso dovesse giocare Ranocchia”.

Una dimostrazione di stima e di fiducia. La prova che l’Inter crede molto nel capocannoniere della passata stagione e vuole farne una bandiera. La presenza di Ranocchia resta in dubbio: Mancini proverà fino all’ultimo a recuperare Miranda. “lo valuteremo. Se ci dovessero essere dei rischi non giocherà”. Averlo in difesa insieme a Murillo è una garanzia per frenare l’attacco rossonero.

“Il Milan è un’ottima squadra. Davanti sono strepitosi e velocissimi”, sottolinea. Fair play e scambio di complimenti tra i due allenatori, amici-nemici. Parla il campo in una sfida dalle tante facce, affascinante come un tempo, forse meno prestigiosa di una volta. Mancini e Mihajlovic provano a rilanciarla anche con il loro carisma e il loro carattere, vincere per conquistare Milano e puntare allo scudetto.

Il derby “vale tre punti come le altre” ma “è la partita perfetta per sbloccarsi”. Per questo Sinisa Mihajlovic vuole affrontare il passato interista con un Milan “coraggioso”, con giocatori che “indossano “la maglia rossonera con leggerezza e non come una corazza”, “tirando fuori il bimbo che c’è in loro”.

E’ un compendio di psicologia da allenatore la conferenza stampa della vigilia del serbo, che non è stato tenero coi suoi ragazzi dopo le prime deludenti uscite. “Quando saremo una squadra coraggiosa che gioca per vincere i nostri tifosi ci appoggeranno. Una tifoseria esigente come la nostra rifiuta una squadra che si chiude e ha paura di sbagliare”, ha spiegato Mihajlovic, chiarendo che i suoi forti richiami (soprattutto dopo l’amichevole col Mantova) “non per erano per scaricare i giocatori ma per spronarli”.

Comunque, per ribadire i concetti, il serbo ha rivelato che Balotelli, appesantito da 3 chili di troppo, “ha perso solo due etti e mezzo e deve ancora smaltire massa grassa”. E ha chiarito che “da tre anni Milan non fa Milan. Prima ci abituiamo a pretendere più da noi stessi, alzando soglia sacrificio, prima arriveranno risultati. Dopo 22 anni in Italia – ha aggiunto con una battuta replicando a un giornalista che non aveva inteso una sua risposta – parlo bene italiano, penso di riuscire a farmi capire, anche se vedendo i miei giocatori in campo…”.

Dei difetti della squadra si è parlato nei giorni scorsi anche durante una cena ad Arcore con il presidente Silvio Berlusconi e l’ad Adriano Galliani. “Nessun problema, ci siamo confrontati, io sono responsabile della squadra e ho mani libere di fare tutto quello che penso giusto”, ha assicurato l’ex di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter, che durante la sosta per le nazionali ha provato a sistemare le cose a centrocampo: non è escluso che Montolivo prenda il posto di De Jong davanti alla difesa (“Sono compatibili ma con un modulo diverso dal 4-3-1-2”), ma il coraggio è difficile da allenare.

“Vivendo a Milano è difficile”, ha sorriso il serbo, che pensa a luoghi più complicati come palestre di vita, ad esempio il suo Paese, dove lui ha conosciuto “le sofferenze di chi scappa dalla guerra e deve ricostruirsi una vita a 50-60 anni altrove, dove non conosce nessuno”. Da qui la proposta a Roberto Mancini. Chi vince il derby fa una donazione per i migranti che in queste settimane stanno attraversando l’Europa con ogni mezzo in fuga dalle guerre del nordafrica.

“Con Mancini siamo amici da oltre 20 anni. E’ merito suo se faccio questo lavoro perché mi ha scelto come vice all’Inter. Saremo avversari per una sera e poi se ne riparlerà fra sei mesi, se ci saremo… – ha scherzato Mihajlovic – Dall’Inter gufano, dicono che siamo favoriti e farò di tutto per fargli azzeccare pronostico mostrandogli un Milan vincente”. Questi tre punti, insomma, pesano.

“Sarebbe una grande gioia vincere il derby e una brutta cosa perderlo, ma – ha precisato l’allenatore del Milan – è solo la terza giornata di campionato. Dobbiamo stare sereni e cercare di affrontarla con la testa libera, cercando di divertirsi, con coraggio”.