Inter, Moratti su Thohir: “Grazie Pellegrini ma serve squadra internazionale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Agosto 2013 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA
Inter, Moratti su Thohir: "Grazie Pellegrini ma serve squadra internazionale" (prima pagina Gazzetta dello Sport)

Inter, Moratti su Thohir: “Grazie Pellegrini ma serve squadra internazionale” (prima pagina Gazzetta dello Sport)

MILANO – La trattativa per la cessione dell’Inter entra nel vivo sulle pagine de ‘La Gazzetta dello Sport’.

Massimo Moratti ha ringraziato l’ex presidente nerazzurro Ernesto Pellegrini per gli attestati di stima ma ha rispedito al mittente il suo invito, ‘tieni l’Inter non cederla a degli stranieri‘.

Moratti ha sciolto la riserva; chiara la sua apertura al magnate indonesiano Erick Thohir: “E’ arrivato il momento della svolta. Serve una squadra internazionale“.

Moratti è stato intervistato in esclusiva da Andrea Monti. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista pubblicata sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

Moratti, la svolta internazionale e le parole di Pellegrini.

“Ho deciso di guardare al futuro, è necessario espandere il marchio in tutto il mondo. Imbarazzato? No, anzi… Sono rimasto colpito. Le parole di Ernesto sono un immenso atto d’amore verso l’Inter e una grande prova di amicizia nei miei confronti. Ha ragione: le squadre di calcio bisogna amarle. E io credo di saperne qualcosa… Mi ha telefonato e mi ha detto: Massimo, ti dispiace se dico quelle cose? Figurati, gli ho risposto. È un gran signore… La nostalgia, per definizione, ci sta sempre alle spalle. Questo il limite degli atti d’amore, i miei come quelli di Pellegrini… No, io ho deciso di guardare al futuro”.

Lo sfogo di Moratti sulla situazione finanziaria dell’Inter.

“I debiti, i debiti: parlate sempre di quelli, ma è un errore di prospettiva. Il debito dell’Inter è simile a quello di altre grandi società, e non mi preoccupa affatto. Comunque rimanda in gran parte alla mia persona ed è strutturato in maniera solida. Potrei tranquillamente continuare da solo. Il problema non sono i debiti, il vero problema è il fatturato. Sono le risorse necessarie per lo sviluppo: un tema commerciale, se proprio non vogliamo definirlo industriale, che nel calcio suona brutto… Ciò di cui mi preoccupo è il futuro della squadra. E questo non può prescindere dall’espansione del marchio sul mercato internazionale. Vede, per anni il calcio italiano, e mi assumo la mia parte di colpe, ha vinto all’estero sul campo ma finanziariamente ha giocato una partita assolutamente casalinga. E l’ha perduta. S’è nutrito di diritti televisivi e di colpi di mercato. Per carità, anche quelli servono, creano identità e coesione tra i tifosi, che sono il primo patrimonio di una squadra. Ma oggi ci ritroviamo incapaci di fare sistema, con stadi vetusti, senza un format che possa realmente attrarre un interesse planetario. Creare un solido mercato all’estero è un’operazione lunga, difficile e costosa. E la concorrenza è fortissima. L’ingresso di un socio asiatico, per esempio, quel mercato fondamentale te lo porta in casa. Ti costringe a cambiare indirizzo e abitudini manageriali. Ti apre al mondo e a nuove risorse in modo quasi automatico. Insomma, ti internazionalizza persino più di un Triplete…”

L’Inter è come una figlia per Massimo Moratti.

“Sa, l’Inter è come una figlia. Una ragazza bellissima, con doti straordinarie. Una ragazza di una volta… Le dai tutto per farla divertire, perché è giusto così. Ma viene un tempo in cui è opportuno mandarla in collegio. La disciplina e l’educazione sono fondamentali per la sua crescita. Solo così imparerà a camminare da sola… L’Inter ha tagliato enormemente i costi di struttura e gli stipendi, ma questo non serve a nulla se il fatturato si riduce. Ripeto, non è una questione di sopravvivenza. È un problema di sviluppo e va risolto con un’innovazione forte. L’Inter vale molto più di quanto produce in termini di fatturato. Deve valorizzare il proprio marchio sul piano internazionale se vuole avere un futuro in linea con la sua tradizione”

Un pensiero finale per i tifosi dell’Inter.

“Li capisco eccome, i nostri tifosi: il mio primo pensiero è a loro perché l’Inter è di chi la ama. Mi creda, sto agendo per loro. E capisco anche Pellegrini: la sua proposta e il suo affetto sono proprio la dimostrazione che nell’Inter è maturato un valore enorme e inespresso che bisogna liberare per il futuro. Del resto, un eventuale arrivo di Thohir non sarebbe affatto in contraddizione con l’ingresso di altri soci rappresentativi del mondo interista… L’Inter sarà una società gestita in modo moderno e internazionale. Se servo, resterò a dare il mio contributo. Ma per favore non mitizziamo il mio ruolo. Lo chiedo anche ai tifosi: i presidenti simbolo a un certo punto diventano un tappo… L’Inter non è una mia questione personale. In fondo, non ho mai amato le poltrone”.