Inter-Livorno 2-0, Bardi si segna da solo. Striscioni e cori per Massimo Moratti

di Andrea Pelagatti
Pubblicato il 9 Novembre 2013 - 23:02 OLTRE 6 MESI FA
Inter-Livorno: il ritorno di Zanetti (LaPresse)

Inter-Livorno: il ritorno di Zanetti (LaPresse)

ROMA – L’Inter ha vinto 2-0 contro il Livorno. Atmosfera speciale a San Siro per l’ultima partita di Massimo Moratti come presidente e per il ritorno in campo del capitano Javier Zanetti. 

Nell’altro anticipo di giornata il Catania ha vinto 1-0 contro l’Udinese grazie ad un rigore trasformato da Maxi Lopez.

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INTER-LIVORNO 1-0, gol: Jonathan 30′ e Nagatomo 92′  

Vittoria di sofferenza per l’Inter, che fatica più del previsto ad avere ragione del Livorno nell’anticipo serale della 12/a giornata. I nerazzurri si impongono 2-0, sbloccando il risultato con una grossolana autorete di Bardi e riuscendo a trovare il raddoppio solo nel recupero, con Nagatomo. Un passo indietro rispetto ai progressi nel gioco evidenziati nelle ultime uscite da Cambiasso e compagni. Ma sono tre punti d’oro, che consentono a Mazzarri di mantenere il quarto posto e restare nella scia del trio di testa Roma-Juve-Napoli, celebrando nel migliore dei modi Massimo Moratti e il ritorno dall’infortunio di capitan Zanetti.

La cornice iniziale è infatti dedicata al presidente, all’ultima partita da azionista di maggioranza prima del passaggio delle quote ad Erick Thohir. Il pubblico nerazzurro plaude il patron con cori e un lungo striscione. In campo, invece, latita lo spettacolo nel primo tempo di San Siro. Mazzarri schiera il tradizionale 3-5-1-1: Palacio unica punta, Guarin alle sue spalle. Ma l’Inter fatica ad accelerare il ritmo e il Livorno si guarda bene dal crearle problemi. La conseguenza è che non si registrano azioni degne di nota, né da una parte né dell’altra, e a sbloccare il risultato ci vuole un pasticcio di Bardi. Il portiere del Livorno ‘regala’ il vantaggio ai nerazzurri deviano malauguratamente nella propria porta un cross innocuo di Jonathan. Inter avanti con il minimo sforzo alla mezz’ora. In chiusura di tempo, squillo di Alvarez che prova il destro dai 25 metri: stavolta l’estremo difensore amaranto è attento e si allunga per la deviazione in angolo.

La ripresa sembra presagire lo stesso copione del primo: le squadre faticano terribilmente a tessere una manovra davvero efficace. Anche se il Livorno, rispetto ai 45′ iniziali, esce maggiormente dal guscio. Per dare la scossa, quindi, Mazzarri richiama un opaco Alvarez ed inserisce Kovacic. Nicola si affida invece ad Emeghara, che rileva Siligardi. Al 20′ grande occasione per i nerazzurri, sprecata da Palacio: l’argentino, a tu per tu con Bardi, si vede ‘stoppato’ da Valentini. Altro cambio nell’Inter, con Belfodil che va a rinforzare il reparto offensivo sostituendo Guarin. Ci prova Cambiasso, in mischia, ma il destro dell’argentino nello stretto è preda di Bardi (28′). Al 37′, standing ovation di San Siro per il ritorno in campo di capitan Zanetti, 195 giorni dopo l’infortunio al tendine d’Achille. E’ Taider a lasciargli il posto. E proprio da un recupero dell’infaticabile argentino nasce il raddoppio dell’Inter. Kovacic, ricevuta palla al limite, si libera di Ceccherini e serve con un geniale tocco sotto Nagatomo: il giapponese, davanti a Bardi, non sbaglia. 2-0  al 46′ e partita chiusa.

 

INTER (3-5-1-1): Handanovic: Rolando, Ranocchia, Samuel; Jonathan, Alvarez, Cambiasso, Taider, Nagatomo; Guarin; Palacio. All.: Mazzarri

LIVORNO (3-5-2): Bardi; Valentini, Emerson, Ceccherini; Gemiti, Schiattarella, Luci, Duncan, Mbaye; Siligardi, Paulinho. All.: Nicola.

CATANIA-UDINESE  1-0, gol: Maxi Lopez (rigore) 29′  

Maxi-sollievo. Il Catania riparte nel nome di Lopez. E’ il centravanti argentino l’uomo del sabato sera rossoazzurro. Un protagonista annunciato per tanti motivi.

Reduce dalla prestazione positiva di Napoli, e dal gossip che lo ha chiamato in causa nei giorni scorsi per la separazione dalla consorte Wanda Nara, il centravanti argentino festeggia le 100 presenze in Serie A, timbrando la rete decisiva proprio contro la squadra contro la quale aveva esordito nel gennaio 2010.

Tre punti d’oro per gli etnei, che centrano la prima vittoria della gestione De Canio mostrandosi, dopo tante esitazioni, in crescita sia sul piano fisico che su quello mentale.

Continua, invece, il momento-no dell’Udinese. I friulani non demeritano affatto, ma rimediano la quinta sconfitta nelle ultime sette giornate, tornando a casa con il rammarico legato ai due pali colpiti e la rabbia scaturita dalle proteste per due rigori reclamati e non concessi. Nell’incrocio tra due squadre in difficoltà, è il Catania ad avere il migliore approccio alla partita.

De Canio vara un 4-3-3, con Rolin e Guarente al posto degli acciaccati Alvarez e Izco, con Capuano preferito a Biraghi a sinistra. La girata al volo di Castro su cross proprio di Keko neutralizzata da una respinta di Brkic è il suggello a un primo quarto d’ora tutto di marca etnea. La partita decolla da lì a poco, regalando mezz?ora piena di emozioni. Da entrambe le parti il desiderio di lasciarsi alle spalle il momento negativo prevale sulla paura di cadere ancora e le occasioni da rete di moltiplicano.

L’Udinese viene fuori e costruisce tre palle-gol in altrettanti minuti con Muriel, Pereyra e ancora Muriel. La replica catanese è affidata a un tiro di Maxi Lopez che finisce di poco a lato con la complicità di una deviazione della difesa avversaria, ma poi sono ancora i friulani, saliti di tono sulle fasce, a sfiorare la rete con una serpentina di Pereyra conclusa da un tocco debole infrantosi sul palo e una girata a lato di Hertaux da pochi passi.

I tempi per rompere l’equilibrio sono maturi. Il momento giusto – posticipato di qualche istante da una clamorosa occasione sprecata da Almiron e Keko ? giunge quando Domizzi affossa Legrottaglie su un angolo: De Marco decreta il rigore, scegliendo di non mostrare il secondo giallo al difensore bianconero, già ammonito in precedenza, e Maxi Lopez dal dischetto trasforma. Pochi istanti e tocca proprio a Domizzi reclamare il penalty per un braccio alto di Tachtsidis in area, ma l’arbitro fa proseguire tra le proteste del capitano.

Scintille che proseguono dopo uno strattone di Guarente (ammonito) e Pereyra con conseguente sbracciata dell’argentino e fanno da prologo a una ripresa nella quale l’Udinese alza il baricentro tenendo a lungo in apprensione il Catania.

Guidolin gioca la carta Nico Lopez e De Canio provvede subito a mandare Alvarez sulle tracce dell’uruguayano: mossa di stampo antico che lascia gli etnei sulla difensiva, ma limita ulteriormente gli spazi a disposizione degli ospiti.

I friulani colpiscono il secondo palo con un rasoterra di Pinzi e reclamano un altro rigore per un tocco di mano in area di Legrottaglie che frutta solo allo stesso Pinzi un’ammonizione per proteste. I rossoazzurri soffrono, ma resistono sino al boato finale del Massimino.

CATANIA (4-3-3): Andujar, Rolin, Legrottaglie, Gyomber, Capuano, Guarente, Tachtsidis, Almiron, Keko, Maxi Lopez, Castro. Allenatore: De Canio

UDINESE (3-5-1-1): Brkic; Heurtaux, Danilo, Domizzi; Basta, Pereyra, Pinzi, Lazzari, G. Silva; Bruno Fernandes; Muriel. Allenatore: Guidolin.