Inter: Stramaccioni strega Moratti, la svolta dopo la gavetta

Pubblicato il 27 Marzo 2012 - 00:05 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 26 MAR – Andrea Stramaccioni ha stregato il cuore e l’anima di Massimo Moratti. Il tecnico in poco piu’ di sette mesi e’ passato dalla Primavera nerazzurra alla prima squadra. Un bel salto. L’allenatore, salito ieri sul tetto d’Europa con i giovani nerazzurri battendo ai rigori per 5-4 l’Ajax, non e’ mai stato un uomo scontato.

Stramaccioni, romano di 36 anni, uno dei tecnici piu’ giovani della serie A, ha sempre dimostrato di saper fare le scelte giuste. E oggi, dopo un lungo percorso, e’ arrivato a sedere sulla panchina di una delle squadre piu’ blasonate.

I primi passi l’ex Primavera della Roma li muove allo Zeta Sport, una societa’ di Monte Sacro, quartiere di Roma, con la quale vince il titolo provinciale. Allo Zeta Sport arriva dopo aver lasciato il calcio giocato per un grave infortunio (nel Bologna in serie C, con Renzo Ulivieri sulla panchina emiliana). Per Stramaccioni molta gavetta e tante vittorie. Nel suo curriculum ci sono tre scudetti: uno nei dilettanti con i ragazzi della Romulea e gli altri due nelle giovanili della Roma, con i Giovanissimi e gli Allievi Nazionali (con loro anche l’Arco di Trento del 2010). Il primo cambiamento importante nel 2005 quando Bruno Conti lo strappa alla Romulea (societa’ legata alla Lazio), offrendogli la panchina degli Esordienti della Roma. In quell’anno passa dagli Esordienti ai Giovanissimi Regionali per arrivare ai Nazionali: in pochi mesi salta quattro categorie. Nel 2006 arriva il secondo tricolore proprio alla guida dei Giovanissimi e nel 2010 il terzo con gli Allievi Nazionali.

Il secondo cambiamento importante la scorsa estate, quando a Stramaccioni arrivano due offerte. La prima e’ dell’Inter, la seconda da parte di Arrigo Sacchi per la panchina dell’Italia Under 17. Il tecnico romano vuole continuare ad allenare squadre di club e cosi’ si trasferisce a Milano per guidare la Primavera dell’Inter. Stramaccioni conferma le sue qualita’. Propone un gioco offensivo con diversi schemi tattici, senza fossilizzarsi su uno solo. Si adatta ai suoi giocatori e in poco tempo costruisce un’identita’ di squadra.