Vince la Violenza e perde il calcio: Italia-Serbia conclusa dopo 6 minuti

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 - 21:21 OLTRE 6 MESI FA

Diretta, Italia-Serbia 0-0.

Italia-Serbia viene conclusa dopo 6 minuti di gioco a causa di intemperanze da parte della violenta tifoseria serba.

La Fifa ha cercato di far giocare il match a tutti i costi. L’incontro è iniziato con 30 minuti di ritardo per via della subordinazione della tifoseria ospite che ha lanciato in campo uova, petardi ed oggetti.

Gli ultrà serbi erano sul piede di battaglia dopo il pesantissimo ko della loro Nazionale contro l’Estonia a Belgrado. Gli atti violenti erano iniziati qualche minuto prima della partita. Stojkovic, portiere della Serbia, aveva deciso di dare forfait dopo aver subito un’aggresione da parte dei propri sostenitori.

C’era grande attesa a Genova per questo evento sportivo e per il minuto di silenzio in ricordo dei caduti italiani in Afghanistan.

Allo stadio Marassi ha vinto la violenza e ha perso il calcio.

Il tabellino della partita sospesa dopo soli 6 minuti di gioco:

1 Emiliano Viviano (GK) 1 Željko Brkić (GK)
3 Domenico Criscito 4 Gojko Kačar
4 Giorgio Chiellini 6 Branislav Ivanović
6 Stefano Mauri 7 Zoran Tošić
8 Claudio Marchisio 9 Dragan Mrdja
10 Antonio Cassano 10 Dejan Stanković (C)
17 Angelo Palombo 13 Aleksandar Luković
19 Gianluca Zambrotta 17 Miloš Krasić
20 Giampaolo Pazzini 20 Neven Subotić
21 Andrea Pirlo (C) 21 Slobodan Rajković
23 Leonardo Bonucci 22 Zdravko Kuzmanović

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Introduzione alla partita:

Due cortei spontanei dei tifosi della Nazionale serba che questa sera sfida l’Italia allo stadio Luigi Ferraris di Genova stanno creando problemi al traffico ed alla viabilita’ nel centro cittadino. I supporter, centinaia in tutto, stanno sventolando bandiere ed usando fumogeni e petardi. Il primo gruppo, piu’ numeroso, e’ partito da piazza De Ferrari e sta bloccando via Venti Settembre. E’ scortato da agenti del reparto mobile e da personale della Digos. Un secondo corteo si e’ formato invece poco fa in piazza Fontane Morose e si sta dirigendo verso il Ferraris, anche questo sotto la vigilanza di carabinieri e poliziotti. La polizia municipale sta limitando il traffico in tutto il centro cittadino.

Anche Gigi Buffon chiede alla Nazionale di Cesare Prandelli di avere occhi di tigre. Dopo il messaggio lanciato l’altro giorno dal commissario tecnico, il portiere infortunato che ieri ha fatto visita ai compagni di Nazionale ha indossato una maglia con sopra l’effige di una tigre, e quando e’ entrato sul terreno di Marassi ha aperto il giacchetto mostrandola a tutta la squadra schierata in circolo. Di li’ gli applausi a Buffon. Intanto Cesare Prandelli ha provato a chiarire la situazione Totti. ”Ci sara’ modo di approfondire, ma sull’argomento e’ stata estrapolata una mia frase dal contesto, amplificandola. Ora ho un nuovo progetto, e vado avanti su quello”, ha detto il ct, nella consueta intervista pre-partita a RaiSport, nell’ambito dell’accordo di esclusiva tra Figc e Tv pubblica. Prandelli aveva parlato di una partita di beneficenza, non intendeva una chiamata di Totti per una amichevole: la conferenza stampa di domani dovrebbe chiarire definitivamente l’argomento. Ancora i complimenti per De Rossi (”puo’ essere paragonato a Gerrard e Lampard, e’ tra i piu’ forti al mondo, tatticamente fondamentale”) e un’apertura a Ledesma: ”Lo stiamo seguendo”. Infine il minuto di raccoglimento per i quattro alpini uccisi in Afghanistan, di cui oggi si celebrano i funerali: ”A loro andra’ piu’ di un pensiero – ha concluso Prandelli – mi auguro, me ne ho la certezza, che ci sara’ la partecipazione di tutta Marassi”. In mattina allenamento in palestra per gli azzurri, Bonucci e’ disponibile per stasera.

Benvenuti a casa Cassano. Sul campo rimesso a nuovo del Ferraris, l’Italia chiede a Genova la Superba, soprattutto quella doriana, di accompagnarla verso una vittoria-chiave nel girone di qualificazione europeo. Di fronte domani sera c’e’ la Serbia dei geni senza misure, nel bene e nel male. Nulla di piu’ normale che Cesare Prandelli si affidi al piu’ ‘jugoslavo’ degli azzurri, Fantantonio tutto pause e assist, per guidare una nazionale piena di idoli blucerchiati, Pazzini, Palombo e forse anche Gastaldello. Lutto al braccio e minuto di silenzio (”molto partecipato”, dice il commissario tecnico) per i quattro alpini uccisi in Afghanistan. Poi, al fischio iniziale, occhi di tigre come chiede Prandelli. ”Chi vince domani prende un bel vantaggio nel girone, oltre ai tre punti”, ammette schivando la domanda di un giornalista serbo sull’eventualita’ del pari evocata dal collega Petrovic, ma che in azzurro saprebbe di sconfitta. Per forzare il mal di gol, Prandelli aveva pensato alla nazionale piu’ offensiva degli ultimi tempi, Pazzini piu’ Borriello con Cassano alle loro spalle: a riprova che per aver certezze, si deve puntare su due centravanti invece di uno solo, viste le medie realizzative dei numeri 9 mandati in campo a rotazione nelle ultime occasioni. L’infortunio di De Rossi ha complicato i piani. ”Ci avevo pensato sul serio, ma ho dovuto cambiare idea: non esiste un clone di Daniele”, ha spiegato il ct parlando del centrocampista tornato a Roma per un edema al polpaccio. ”Per molti e’ in un momento no, ma in realta’ e’ uno dei piu’ forti in Europa nel fare la doppia fase, difensiva e offensiva”. Senza di lui, cambiano gli equilibri tanto cari a Prandelli. E allora dentro Palombo e Marchisio a centrocampo, con Mauri a completare il tridente ma libero di muoversi dietro le punte. In questo caso Pazzini e Cassano. ”Antonio sa cosa deve fare. Questo e’ il suo stadio, un campo difficile per qualunque squadra: dal pubblico ci aspettiamo una spinta, da lui e da tutti gli altri qualcosa in piu’. Lo chiedo anche a me stesso”. Al numero 10, pero’, Prandelli ha fatto richieste precise: ”Dice bene Pazzini, quando alza la testa e sta per calciare sa gia’ dove mettera’ il pallone. Deve fare quel che sa, ma siccome tutti lo considerano un attaccante, stavolta deve essere incisivo in fase realizzativa”. Lo ha sottolineato anche Giancarlo Abete, l’uomo che gia’ prima del disastro Mondiale aveva deciso di puntare su Prandelli: ci manca un Klose, l’allarme del presidente federale. Ovvero chi dia la certezza dei gol. ”Lo troveremo” la risposta sorridente del ct, evidentemente fiducioso sulla maggior concretezza sottoporta. Giocare una partita frizzante e poi sprecare di nuovo, come a Belfast, questo l’Italia non se lo puo’ proprio permettere contro la squadra pronosticata come avversaria numero 1 per il primo posto, e di nuovo nella fase dello spreco. Stankovic e compagni sono reduci dal ko interno con l’Estonia, se confermano la loro tradizionale incostanza di prestazioni rischiano di essere veramente una tigre ferita. L’uomo piu’ temuto e’ quel Krasic che Prandelli fece seguire ai tempi della Fiorentina e le cui doti sono ora sotto gli occhi di tutti i tifosi italiani. ”Sul piano individuale la Serbia non e’ seconda a nessuno in Europa – ricorda il ct azzurro – Ora con il nuovo tecnico hanno bisogno di tempo, e – ripeto – la sconfitta di venerdi’ ci complica le cose. Dovremo stare molto attenti a Krasic: ha corsa, continuita’, profondita’. Sara’ fondamentale raddoppiare su di lui, e tenere le linee dei reparti molto strette”. Dribbla le polemiche su Totti (”mercoledi’ chiariremo”, dice anticipando l’annuncio che l’amichevole per lui e Cassano non s’ha da fare) e le domande su di una nazionale doria-genoana (”Palombo e Pazzini erano stati convocati gia’ l’altra volta, prima di decidere questa sede: non giocano perche’ siamo a Genova”) e in ogni caso se all’ultimo Bonucci non dovesse farcela, c’e’ pronto il doriano Gastaldello, provato in coppia con Chiellini anche questa sera. Il centrale della Juve comunque e’ apparso pronto per reggere l’urto dell’avversario di domani. ”La Serbia ha uomini per colpirci in qualsiasi momento, ma anche noi abbiamo le nostre armi”. A Genova, ospiti di Cassano, non e’ il caso di fare i modesti.

Cesare Prandelli e’ costretto a cambiare i suoi piani, non gli obiettivi. ”Chi vince domani tra Italia e Serbia prende tre punti, ma soprattutto acquisisce un bel vantaggio per la qualificazione”, dice il commissario tecnico azzurro alla vigilia della sfida di Marassi. C’e’ pero’ l’infortunio di De Rossi a complicare le cose. ”Avevo pensato seriamente a un doppio centravanti con Cassano. Poi senza De Rossi ho dovuto cambiare idea. Lui non ha un clone”. Tra Pazzini e Borriello, ha preferito il primo ”dopo aver visto il dvd della Serbia”. Dietro le linee degli attaccanti giochera’ Mauri mentre a Cassano il Ct chiedera’ ”di finalizzare l’azione”. ”Questo e’ il suo stadio, la gente ci dara’ la spinta. Mi aspetto di piu’ da Antonio – ha concluso Prandelli – come da tutti quanti. Anche da me stesso”. Piccolo dubbio per Bonucci. Se il difensore avra’ problemi nell’allenamento di rifinitura in corso questa sera al suo posto e’ pronto Gastaldello.

Niente tridente con due centravanti per Italia-Serbia. L’infortunio di De Rossi cambia i piani di Cesare Prandelli, e il ct annuncia un tridente con Cassano, Pazzini e Mauri. Questa la formazione: Viviano, Zambrotta, Bonucci (o Gastaldello se non recupera), Chiellini, Criscito, Marchisio, Pirlo, Palombo, Mauri, Pazzini, Cassano.