NATAL (BRASILE) – Italia-Uruguay. Balotelli-Immobile, solo un pensiero. Se fosse pretattica? Per Prandelli il match da dentro o fuori con l’Uruguay è, per sua ammissione, la partita più importante della sua carriera, più della finale persa con la Spagna all’Europeo di due anni fa. Il mister è apparso un filo nervoso: secondo tutti gli osservatori la formazione è già fatta, con la difesa a tre della Juventus e Ciro Immobile a sostenere in attacco il fino ad ora troppo isolato Balotelli. Una scelta a furor di popolo, si direbbe, che può esser letta alternativamente come saggia propensione a rivedere le proprie idee (o Mario o Ciro) o tremebonda concessione ai 60 milioni di allenatori italiani.
Da quello che si è potuto ricavare dagli allenamenti di rifinitura ed ascoltato in conferenza stampa, il ricorso all’inedita coppia non è così scontato. Per ora è solo “un pensiero” (Prandelli): sotto la pioggia al campo di allenamento il tecnico azzurro ha perlomeno mischiato le carte: c’era la difesa a tre, ma in attacco tra i presunti titolari c’erano Immobile-Cerci-Insigne, dall’altra parte, tra le presunte riserve, Balotelli-Cassano. Il fatto è che se ha cambiato modulo per contrastare la coppia terribile Suarez-Cavani e l’assenza forzata di De Rossi, davanti non vuol dare vantaggi di nessun tipo all’avversario.
La classica vecchia pretattica (lascio credere che la formazione sia già fatta). Dietro gli uruguagi possono contare sul sicuro Godin, forte, roccioso e all’occorrenza goleador (gol scudetto e go quasi-Champions con l’Atletico Madrid); il problema è che il suo compagno titolare, la vecchia bandiera Lugano, è acciaccato (problemi al ginocchio) e sta tentando un faticoso recupero. Sono bravi in coppia, ma un po’ lenti: Prandelli potrebbe aver voluto forzare il recupero di Lugano bluffando sull’esordio dell’attacco a due punte, per poi schierare un solo punto di riferimento (Mario) puntando sugli inserimenti veloci di centrocampisti e mezze ali.
Sul perché il capocannoniere del mondiale non sia entrato nemmeno un minuto contro il Costarica si è favoleggiato troppo. Doveva entrare per Balotelli (alternativi li ritiene Prandelli) ma Marchisio ha chiesto il cambio ed oggettivamente, pur in svantaggio, l’ala del Torino garantiva una copertura di campo maggiore. Ieri Prandelli ha accolto le inevitabili domande sulla tattica (che poi vuol dire chi gioca) con parecchia insofferenza: conta solo il carattere, l’atteggiamento mentale, un po’ di patriottismo in più, che c’entra la tattica? Magari ha ragione lui, speriamo. Magari c’entra la pretattica.
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