Ius soli, ecco come sarebbero i Mondiali 2014 senza immigrati e oriundi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2014 - 17:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Come sarebbero i Mondiali 2014 senza lo Ius Soli? Quali sarebbero le formazioni delle nazionali senza i cittadini di seconda generazione o gli oriundi? Il Global Post ha “rifatto” le formazioni. A partire dall’Italia, che giocherebbe senza il suo centravanti Mario Balotelli, nato a Palermo da genitori biologici ghanesi e cresciuto a Brescia con genitori adottivi italiani. E senza il brasiliano Thiago Motta e l’argentino Gabriel Paletta, difensore con un bisnonno calabrese ma nato e cresciuto a Buenos Aires.

Alcune nazionali risulterebbero decimate, come la Francia, che perderebbe Paul Pogba (Guinea), Karim Benzema (Algeria), Moussa Sissoko (Mali), Mamadou Sakho (Senegal), Patrice Evra (Senegal), Matthieu Valbuena (Spagna), Blaise Matuidi (Angola), Raphael Varane (Antille), Loic Rémy (Martinica), Eliaquim Mangala (Congo), Rio Mavuba (Angola), Bacary Sagna (Senegal).

Analogo destino toccherebbe all’Olanda, che dovrebbe fare a meno del portiere Michel Vorm, il cui padre è del Suriname. Così come del Suriname sono i genitori di Jeremain Lens, che con la nazionale africana ha giocato anche qualche partita. Del Suriname è anche Nigel De Jong. Poi: Bruno Martins è portoghese nato in Portogallo, e l’attaccante Jonathan de Guzmán è nato in Canada da madre giamaicana e padre filippino (e il fratello di Guzman gioca nella nazionale canadese).

Un’altra nazionale che deve moltissimo allo ius soli (e non potrebbe essere altrimenti), sono gli Stati Uniti. Dove gli americani-americani sono quasi in minoranza. Iniziando dal commissario tecnico, che è il tedesco Jurgen Klinsmann. E grazie allo ius soli può schierare Jozy Altidore (Haiti), Omar Gonzales (Messico), Mix Diskerud (Norvegia), Jermaine Jones (Germania), Fabian Johnson (Germania), Alejandro Bedoya (Messico), John Brooks (Germania), Timmy Chandler (Germania), Julian Green (Germania).

Anche la Germania senza immigrati e oriundi dovrebbe rinunciare a pedine fondamentali come Mesut Ozil (Turchia), Miroslaw Klose (Polonia), Sami Khedira (di madre tunisina), Lukas Podolski (Polonia), Jerome Boateng (Ghana, dove gioca suo fratello Kevin Prince Boateng), Shkodran Mustafi (Albania).

Il Belgio perderebbe il marocchino Marouane Fellaini (decisivo contro l’Algeria), Alex Wistel che è della Martinica e Romeli Lukaku che è del Congo. I genitori di Moussa Dembélé sono del Mali e Kevin Miralla è di origini spagnole.

La Svizzera fresca di “no” referendario all’immigrazione si ritroverebbe una nazionale senza Gökhan Inler (Turchia), Haris Seferovic (Bosnia), Granit Xhaka (Kosovo-Albania), Blerim Dzemaili (Macedonia), Tranquillo Barnetta (Italia), Xherdan Shaqiri (Kosovo-Albania) e Mario Gravanovic (Bosnia).

Altre squadre perderebbero singoli “pezzi” ma non da poco. La Spagna avrebbe dovuto rinunciare al brasiliano Diego Costa (e forse non avrebbe perso troppo, viste le due partite con Olanda e Cile). L’Argentina non potrebbe schierare Gonzalo Higuain, che è mezzo basco e mezzo francese. Ma forse avrebbe “guadagnato” dall’Italia Pablo Osvaldo e Gabriel Paletta, e Fernando Muslera dall’Uruguay. L’Iran dovrebbe fare a meno del suo mediano, Steven Beitashour, che è nato in California.

Ma per qualcuno il saldo sarebbe positivo. Senza Ius soli il Brasile recupererebbe Eduardo e Sammir dalla Croazia, Pepe e Bruno Alves dal Portogallo, Diego Costa dalla Spagna e Thiago Motta dall’Italia. Il Ghana potrebbe schierare Balotelli, Jerome Boateng e l”‘inglese” Danny Welbeck.