SUZUKA – Jules Bianchi “non rallentò a sufficienza per evitare di perdere il controllo” della sua Marussia. Una tesi che scagionerebbe i commissari di gara del Gp del Giappone. È questa una delle conclusioni del rapporto della commissione di esperti incaricati dalla Fia di indagare sul terribile incidente alla vettura del pilota francese finito sotto una gru, nelle fasi finali del Gp del Giappone a Suzuka. “I commissari – si legge nel documento – hanno agito secondo le regole e non c’è alcuna ragione per cui la Safety Car dovesse essere mandata in pista prima o dopo l’incidente di Sutil”
Il documento della massima autorità nel settore della Formula Uno è stato pubblicato in anteprima per l’Italia sul sito de La Gazzetta dello Sport. Eccone alcuni estratti:
UNICA CAUSA — “L’analisi degli eventi che hanno portato all’incidente di Bianchi – si legge nel documento articolato in 11 punti- indica che una serie di fattori determinanti possono aver contribuito a provocare lo schianto, anche se nessuno è stato l’unica causa”. Bianchi ha perso il controllo della sua monoposto nel corso del 43° giro alla curva 7, dove l’acqua ha invaso la traiettoria semiasciutta. Nello stesso punto del tracciato, nella 42ª tornata, era uscita di pista la Sauber di Adrian Sutil.
VIA DI FUGA — Bianchi, come è noto, ha attraversato la via di fuga e si è schiantato contro la gru che stava rimuovendo la monoposto del pilota tedesco. La dinamica dell’incidente ha sollevato perplessità sulla condotta dei commissari. “Le azioni intraprese dopo l’incidente di Sutil – si legge nella relazione – sono state coerenti con le regole e con la loro interpretazione relativa ai 384 incidenti avvenuti nei precedenti 8 anni. In base all’analisi dei fatti, “non c’è alcuna ragione per cui la Safety Car dovesse essere mandata in pista prima o dopo l’incidente di Sutil”.