Juventus, Andrea Agnelli attacca: “Calcio italiano vive in situazione immobile”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2013 - 08:53 OLTRE 6 MESI FA
Juventus, Andrea Agnelli attacca: "Calcio italiano vive in situazione immobile" (LaPresse)

Juventus, Andrea Agnelli attacca: “Calcio italiano vive in situazione immobile” (LaPresse)

TORINO – Una svolta decisa per rilanciare il calcio italiano che vive in “situazione immobile”.

La chiede Andrea Agnelli, da sempre promotore di un cambio di passo, nella direzione di riforme per rilanciare il movimento italiano, sempre più distante – sostiene – dalle leghe straniere.

Il nuovo richiamo arriva dall’assemblea degli azionisti, che oggi, allo ‘Juventus Stadium’, ha approvato un bilancio con ricavi record.

“La perdita di competitività di sistema – è l’affondo del primo dirigente dei campioni d’Italia – è talmente palese che solamente un irresponsabile può negarla”. Ma la Juve va avanti. Agnelli festeggia l’ok dei soci al bilancio 2012-13 “che segna ricavi record (283,3 milioni, ndr), un sensibile avvicinamento al pareggio operativo (perdita netta ridotta a 15,9 milioni, ndr) e ricongiunge questa Juventus con la sua storia”.

Il presidente bianconero “tende la mano al dialogo alla Lega Calcio”, che però “deve avere il coraggio di prendere in mano i propri destini, deve trovare una nuova capacita’ di dialogo con le istituzioni sportive e i policy makers, deve affrontare i problemi con maggiore serenità e volontà di creare intorno a sè un consenso”.

Altrimenti, spiega, “continueremo ad avere stadi decrepiti e mezzi vuoti, componenti della medesima Federazione che perseguono obiettivi particolari e non sistemici, tutele inadeguate dei nostri marchi di fronte agli abusi e alla contraffazione, leggi cervellotiche che si propongono di limitare la violenza, ma ottenendo solamente di limitare l’accesso ai tifosi e agli appassionati“.

Ma l’immobilità, “l’inazione” di cui parla Agnelli “non possono e non dovranno essere un alibi per la Juventus”, che la Juve “sta costruendo il futuro”: lo dimostra il progetto dello stadio, lo dimostra l’accordo con Adidas firmato ieri da cui arriveranno 190 milioni di euro in sei anni a partire dal 2015 (“E’ un nuovo punto di partenza”).

Per Agnelli i nodi che il calcio italiano deve sciogliere sono diversi. A cominciare dai rapporti con le istituzioni. “Per precisa scelta strategica – afferma -, la Juve non intende partecipare a consigli che non vengono formati con logica di programmazione e di sviluppo. Non intende partecipare a tavoli dove vengono distribuite cariche secondo logiche di potere”. In Lega poi la presidenza Beretta ha fatto il suo tempo:

“L’organismo ha bisogno di un presidente di rappresentanza e di un amministratore delegato che la gestisca”. Poi si passa ai diritti televisivi: “Non abbiamo nessuna intenzione di rimettere in discussione principi ormai consolidati e condivisi come quello della negoziazione collettiva”.

L’obiettivo deve essere quello di “massimizzare i ricavi dalla vendita dei diritti tv per far sì che tutto il movimento cresca”, riducendone ”il peso relativo rispetto agli altri ricavi commerciali. L’intento è di creare un sistema più efficiente che sia più appetibile non solo in Italia ma anche all’estero e che dia anche alle squadre medio-piccole sufficienti possibilità economiche per competere.

“Dobbiamo ipotizzare – chiosa Agnelli – un Sassuolo che possa permettersi di spendere 15-20 milioni per un giocatore”.