Zeman-Juventus, partita al veleno. Farmaci e insulti, 14 anni di polemiche

Pubblicato il 27 Settembre 2012 - 12:59 OLTRE 6 MESI FA
Zeman (LaPresse)

ROMA – Le ultime diatriba con Vialli e Ferrara sono frutti settembrini, ma sul derby dei veleni tra Zdenek Zeman e la Juventus non tramonta mai il sole e sabato a Torino nella sfida con la Roma tutto lascia prevedere che si assisterà a un altro capitolo denso e cupo di questa telenovela infinita. Un cocktail di accuse, insulti, tribunali, ironie, dispetti che dura da 14 anni, reso ancora piu sentito dal fatto che Zeman ha confessato di essere stato tifoso bianconero fino a 30 anni anche perché nipote del tecnico Cestmir Vycpalek che nel pantheon juventino occupa un posto non secondario avendo vinto due scudetti. E Gianni Agnelli, al culmine della polemica nel 1999, glielo ricordò: “Dovrebbe esserci grato per avergli salvato lo zio dalla Cecoslovacchia comunista”.

Ma le eterne polemiche tra Roma e Juventus, dai “centimetri” di Turone alla fuga di Capello, sono state incendiate dalla crociata zemaniana che riguardava soprattutto i rapporti roventi con Luciano Moggi. La santabarbara deflagra con l’intervista di Zeman il 25 luglio 1998 nel ritiro della Roma a Predazzo: “Le esplosioni muscolari? E’ uno sbalordimento che comincia con Vialli e arriva a Del Piero. E’ sempre più difficile resistere alla tentazione della pillolina magica. Il mondo del calcio è dominato dalla finanza e dalle farmacie”. Vialli dà del terrorista a Zeman, Del Piero querela, Lippi chiede 5 anni di squalifica. Si aprono inchieste, Guariniello indaga, si scoprono magagne nell’antidoping, comincia un iter processuale che porta alla condanna del medico Agricola per frode sportiva (26/4/2004) poi assolto in appello nel 2005 e nel 2007 la Cassazione dichiara la prescrizione.

Il primo faccia a faccia avviene in una Roma-Juve 2-0 del 15/11/98: Lippi fuma il sigaro in tribuna, Zeman negli spogliatoi ha uno scontro con Ciro Ferrara. Ma è solo l’antipasto. Il 30/11 Zeman parla di sorteggi arbitrali pilotati e nel ritorno a Torino (21/3/99) uova contro il pullman della Roma, cori e insulti al boemo ed è 1-1. Da allora è guerra totale. Sensi sceglie Capello, Zeman va al Napoli che torna in A e alla prima (30/9/2000) ospita la Juve di Ancelotti, 2-1 per gli ospiti e decide Del Piero (“gol speciale per precisi motivi”). Dopo un mese viene cacciato (anni dopo dirà “sono stato ingaggiato tramite Moggi per essere distrutto”).

E in effetti Zeman viene emarginato: ritrova la Juve quando guida il Lecce e il 14/4/2004 perde 1-0 sul fango con gol del solito Del Piero e accusa l’arbitro De Santis : “La Juve ha portato i santini. Con De Santis 15 vittorie in 19 gare. I bianconeri vincono ma questa media è esagerata”. Poi ha una querelle sulla taglia di Del Piero e nel ritorno è un’altra corrida: la Juve vince 5-2 (17/4/2005) e lui riceve solo insulti (“Torino ha mostrato la sua inciviltà”).

Poi però ha la sua rivincita. Vengono fuori le intercettazione con Moggi che dice a Giraudo il 22/12/2004 “bisogna dargli una legnata”. Calciopoli travolge la Juve, Zeman aspetta sulla riva del fiume e ritrova i piemontesi in B con il Lecce: il 25/11/2006 i bianconeri vincono 4-1 tra cori e insulti pesanti col boemo che chiosa: “Mi dispiace solo di non essere nero, altrimenti sarebbero stati puniti”.

Il resto è storia del 2012 con il fuoco che cova sotto le ceneri. Vialli (23/1): “Come si sentirebbe Zeman se qualcuno sospettasse di così tante energie del Pescara?”. Facile la replica: “Proprio lui” con ripresa il 10/9: “Zeman è un paraculo, fa solo battaglie che gli convengono”, che si tira la risposta: “Pensavo che avesse smesso coi farmaci”. Ma in estate il boemo per mostrarsi in forma piazza un paio di ganci.

Il 7/7 “terza stella? 28 scudetti sono già troppi”, rincara il 12/8 su Antonio Conte: “Con una squalifica lunga non si dovrebbe allenare”. La Juve allora reagisce con Marotta il 13 (“è inopportuno, intervenga l’Aiac”) e poi con una battuta di John Elkann dopo la Supercoppa: “Carrera con una partita ha vinto più di Zeman in una carriera”. Fino al botta e risposta di martedì con Ferrara (“Ha leso l’immagine mia e della Juve”, “Di questo se ne sono occupati i tribunali”).

Nel ping pong infinito altri capitoli saranno scritti, e l’atmosfera sabato allo Juventus Stadium sarà rovente (come già accennato da Bonucci). E Zeman per digerire fischi e insulti non potrà neanche fumare le sue sigarette in panchina.