Calcio scommesse, Conte contrattacca: “Giudici tifosi, ce l’hanno con me”

Pubblicato il 23 Agosto 2012 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Conte (Foto LaPresse)

TORINO – Come già Andrea Agnelli ieri, anche l’allenatore della Juventus Antonio Conte grida al complotto per la sua sospensione di 10 mesi legata al calcio scommesse. Grida al complotto sostenendo che la sentenza ai suoi danni è stata emessa da “giudici tifosi”, che hanno “qualcosa di personale con me” perchè lui ha vinto tanto è può “dare fastidio a qualcuno”. Conte dice di non aver “mai scommesso in vita sua” e di non capacitarsi come Carobbio che “si vendeva le partite” sia stato agli occhi dei giudici “più credibile di me”. La sua risposta è che qualcuno lo abbia voluto punire per motivi personali facendone di fatto un capro espiatorio, uno “spot di uno scandalo calcioscommesse”.

“Mi sono sempre comportato in maniera corretta – dice Conte durante una conferenza stampa – nonostante il dolore e la consapevolezza di essere stato oggetto di palesi ingiustizie e di aver subito accuse infamanti. Questa è un’infamia per un uomo come me. È assurdo tutto quello che mi è successo. Il popolo juventino e tutti i tifosi devono conoscere questa vergogna. Dico agli altri allenatori: aprite gli occhi. Può succedere a tutti. Io non ho mai scommesso in vita mia. Il signor Carobbio, anzi ‘Pippo’ perché è ormai pappa e ciccia con la procura federale, si vendeva le partite. Eppure per i giudici lui è più credibile di me. Questa è una vicenda assurda, e io sono sempre stato corretto in campo e fuori. C’è un giudice che parla di me, dice cose inopportune, forse da tifoso. Ha qualcosa di personale con me”.

“Per Novara-Siena – va nello specifico Conte – sono da sette mesi sui giornali e sulle tv, da 7 mesi la mia faccia viene accostata al calcioscommesse e io non ho mai scommesso in vita mia. Da 7 mesi sento parlare di questa famosa riunione tecnica dove parlo ai miei giocatori e rassicuro tutti. La riunione tecnica è qualcosa di sacro, prima della partita si parla di tecnica, tattica, mostriamo immagini su come fare male e non farci male, poi un discorso motivazionale e io dopo tutto questo dico ai miei ragazzi, tanto questa partita si pareggia. Sono accuse infamanti”.

“Il patteggiamento è un ricatto, è una vergogna – continua – Oggi lo posso dire perchè con loro è finita, per fortuna. Ho vinto uno scudetto e ho fatto due promozioni in cinque anni, se do fastidio perchè vinco non è un problema mio.

“Ho paura, voglio avere una telecamerina per controllare i miei spostamenti – conclude – altrimenti se manderò un calciatore in tribuna chissà cosa potrebbe succedere E dico ai miei colleghi ed ai calciatori ‘oggi è successo a me, domani può accadere a voi. Non mettete la testa sotto la sabbia, aprite gli occhi”.