Reggio Emilia intitolerà una piazza a Kobe Bryant. L’annuncio del sindaco: “Era uno di noi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2020 - 00:39 OLTRE 6 MESI FA
Reggio Emilia intitolerà una piazza a Kobe Bryant. L'annuncio del sindaco: "Era uno di noi"

Reggio Emilia intitolerà una piazza a Kobe Bryant. L’annuncio del sindaco: “Era uno di noi” (foto ANSA)

ROMA – Reggio Emilia intitolerà una piazza a Kobe Bryant. È stato il sindaco della città, Luca Vecchi, ad annunciare la notizia attraverso la sua pagina Facebook: “Era uno di noi: qui, e nei campetti della città, improvvisava sfide con atleti più grandi di lui, con i compagni di scuola. Reggio era entrata per sempre in lui”.

“Reggio Emilia intitolerà a Kobe Bryant – scrive il primo cittadino di Reggio Emilia – la nuova piazzetta che si affaccia su via Guasco. Kobe era uno di noi: qui, e nei campetti della città, improvvisava delle sfide con atleti più grandi di lui, con i compagni di scuola. Mentre il papà spopolava in prima squadra Kobe è cresciuto nelle giovanili della Pallacanestro Reggiana. Il suo sorriso, il suo amore per il basket ci sono entrati dentro e un po’ di Reggio Emilia era entrata per sempre in lui, come ci aveva raccontato qualche anno fa tornando nella nostra città, che lui chiamava “casa”, per ragionare dei suoi progetti futuri, appena terminata la carriera professionistica in Nba. Riposa in pace Kobe, Reggio Emilia non ti dimenticherà”.

L’ex campione di basket morto domenica 26 gennaio in un incidente in elicottero, ha vissuto gli anni dell’infanzia in Italia al seguito del papà, giocatore che ha indossato le casacche dell’AMG Rieti, della Viola Reggio Calabria, dell’Olimpia Pistoia e della Reggiana. Proprio a Reggio il piccolo Kobe iniziò a muovere i primi passi sul parquet. Entrò nel giro degli ‘Aquilotti’ delle Cantine Riunite Reggio Emilia. Un’esperienza che raccontò così: “Crescere in Italia mi ha dato un incredibile vantaggio. Ho imparato la tattica. Cose come muovermi senza palla, fare passaggi semplici, usare la mano sinistra e quella destra. Come usare l’angolo per appoggiare la palla al tabellone, come muovermi sui blocchi: tutte queste cose. Quando sono tornato in America, gli altri ragazzi non sapevano come fare quelle cose”. (fonte FACEBOOK)