Lavezzi: “Giocai alla playstation con Antonio Lo Russo”, il figlio del boss

Pubblicato il 13 Novembre 2012 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Ezequiel Lavezzi esce dal Tribunale dove ha deposto al processo sul riciclaggio di soldi della camorra nella ristorazione (Foto Lapresse)

NAPOLI – “Il figlio di Salvatore Lo Russo? Lo conoscevo come ultrà, una volta giocammo alla playstation“. Così Ezequiel Lavezzi martedì in aula al processo sul riciclaggio di soldi della camorra nei ristoranti. Solo pochi minuti sul banco dei testimoni per Lavezzi, che ha confermato di conoscere l’imprenditore Marco Iorio, principale imputato,  presentatogli dai compagni di squadra, e di frequentare i suoi ristoranti, in particolare il ”Regina Margherita”. Lavezzi ha ammesso anche di conoscere l’ex capo della Squadra Mobile di Napoli, Vittorio Pisani, che andò a casa sua per chiedergli di autografare alcune magliette.

Il pm Sergio Amato e gli avvocati del collegio difensivo hanno rivolto al calciatore poche domande: si sono soffermati brevemente sui rapporti con Antonio Lo Russo, figlio dell’ex capoclan Salvatore, oggi pentito, che fu fotografato a bordo campo, allo stadio San Paolo, durante una partita. ”Lo conoscevo come ultrà – ha detto Lavezzi – e alcune volte venne anche a casa mia perché gli regalassi delle maglie. In Argentina – ha aggiunto il calciatore – è normale che i tifosi abbiano rapporti con i giocatori. Così era con lui. Una volta giocammo anche alla playstation. Se non ricordo male l’ho visto qualche volta allo stadio”.

Lavezzi ha confermato di avere acquistato una barca che in precedenza era appartenuta a Fabio Cannavaro. A domanda del pm sulle modalità di acquisto, ovvero se fosse avvenuto tramite il conto svizzero di Marco Iorio, Lavezzi ha risposto di non saperlo perché “della questione si occupò il suo commercialista”.

Rispondendo a una domanda della Difesa, il calciatore ha spiegato che era sua abitudine consegnare a Iorio orologi e gioielli quando si allontanava da Napoli, che gli sono sempre stati riconsegnati. L’ultima volta avrebbe consegnato all’imprenditore una quindicina di orologi, prima sequestrati dalla Procura e successivamente restituiti.

Al termine della deposizione il calciatore si è poi allontanato in tutta fretta diretto all’aeroporto, senza intrattenersi con i cronisti.