Lazio travolta a Palermo, solo pari per l’Udinese. Milan torna in testa

Pubblicato il 19 Febbraio 2012 - 22:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Lazio si liquefà in casa del Palermo, l’Udinese non sfonda il muro del Cagliari. I due posticipi della domenica fanno sorridere soprattutto Roma e Napoli che vedono riavvicinarsi il terzo posto. In testa, invece, il Milan replica alla Juve tenendosi, almeno per qualche altro giorno, la testa della classifica.

A Palermo la Lazio subisce un umiliante 5-1 che, sommandosi al ko interno in Europa League, non può non aprire una piccola crisi. La classifica, per ora, dice ancora che i biancocelesti sono terzi e in corsa per l’ultimo posto Champions ma i segnali non sono dei migliori. Troppi infortuni e una squadra non rinforzata a dovere nel calciomercato di gennaio che ora appare in debito d’ossigeno. Reja  può contare solo su 13-14 effettivi: troppo pochi per una stagione con due impegni.

A Udine, invece, i friulani non vanno oltre lo 0-0 con il Cagliari. Senza Di Natale, per l’Udinese, il gol è un problema. Se poi ci si aggiunge un arbitraggio discutibile (Guidolin esce dal campo gridando vergogna all’arbitro) e un pizzico di sfortuna, il conto è fatto. Per l’Udinese, in ogni caso, lo 0-0 vale almeno l’aggancio al terzo posto.

Il Milan, anche senza Ibrahimovic, fa il suo a Cesena e difende il primato (con una gara in più). Tra le due squadre la differenza è troppa e si vede subito. I rossoneri per archiviare la pratica ci mettono mezz’ora: segnano prima Muntari e poi Emanuelson. In avvio di ripresa il terzo gol lo piazza Robinho. Quando segna il Cesena la partita è oramai già decisa. Come la classifica che dice Milan avanti, attendendo il recupero della Juve a Bologna.

Nell’anticipo di sabato sera la Juventus si era ripresa per una manciata di ore la testa della classifica battendo 3-1 il Catania. Risultato che non deve ingannare: la squadra di Montella, per due terzi di partita almeno, ha messo in difficoltà la Juventus presentando anche un discreto calcio. Non solo: in avvio di gara è stato proprio il Catania ad andare in vantaggio con un gol di Barrientos. Per raddrizzare la partita serve la prima rete con la Juventus di Andrea Pirlo. Calcio di punizione imparabile. Nella ripresa la svolta arriva con l’espulsione di Motta: col Catania in 10 il fortino non regge e arrivano i due gol decisivi che valgono qualche ora di primato.

Segnali di ripresa e un quinto posto che sa ancora di speranza invece per la Roma di Luis Enrique che vince di misura 1-0 con il Parma. Per i giallorossi, che ritrovano a pieno regime Osvaldo, decide ancora Borini, al sesto gol stagionale. Il Parma nel primo tempo non c’è: subisce gol e domino della Roma. Nella ripresa prova a fare qualcosa ma nel finale è ancora l’undici di Luis Enrique a sfiorare due volte il raddoppio. A fine gara la Roma si ritrova al quinto posto ma per puntare più in alto serve continuità a cominciare da Bergamo e proseguendo con un derby, tra due settimane, che sa di spareggio.

E’ notte fonda, invece, in casa Genoa. A Marassi contro il Chievo, i grifoni perdono 1-0 e incassano la terza sconfitta di fila. A decidere è Thereau alla mezz’ora del primo tempo. Per i veronesi sono tre punti che hanno quasi il sapore della salvezza anticipata: il Chievo ha già 30 punti, proprio come il Genoa.

Nella gara del pranzo di domenica, invece, il Lecce vince lo scontro diretto contro il Siena e respira. Per la squadra di Serse Cosmi il 4-1 in rimonta significa che la quota salvezza, ora, è lontana solo due punti: i 23 del Siena. Non male per una squadra che solo qualche settimana fa era lontana 9 punti dalla “luce” della serie A.

La salvezza resta invece lontana per il Novara di Emiliano Mondonico che, in casa con l’Atalanta, non ripete quanto di bello fatto a San Siro. Finisce 0-0 ma sono i bergamaschi a cercare fino all’ultimo il gol vittoria. Il Novara, invece, contiene alla Mondonico. Per salvarsi, però, serve di più.

La serata di venerdì, invece, è stata soprattutto quella del grande crollo dell’Inter. A San Siro succede di tutto. C’è in primo luogo il risultato: Inter 0 Bologna 3. Poi c’è il settimo posto in classifica, la terza sconfitta consecutiva in campionato, il gol che non arriva più e la difesa da incubo. Poi c’è il presidente Massimo Moratti che scende dalla nave sullo 0-2 abbandonando contrariato lo stadio a inizio secondo tempo. Poi ci sono i tifosi che sullo 0-3 se ne vanno all’esterno e inneggiano a Josè Mourinho. Poi c’è persino uno sputo, quello di Castaignos al bolognese Raggi, con tanto di rischio di prova tv. E c’è anche l’aggiustatore Claudio Ranieri che aveva anche dato l’impressione di averci messo una toppa. Illusione amarissima: non serve un aggiustatore ma un prete, la barca Inter è già affondata.  Infine c’è persino l’elemento umano: un bimbo, Filippo, che va allo stadio, supplicando i giocatori di non perdere, sennò lo prendono in giro a scuola. Si può deludere un bambino? L’Inter e Ranieri possono.

Sempre venerdì, altra partita e altro tracollo 0-3 della squadra padrona di casa. E’ successo alla Fiorentina di Delio Rossi travolta dal Napoli di Walter Mazzarri. A Cavani (doppietta) e Lavezzi è bastato sentire profumo di Champions per risvegliarsi. Ed è proprio una dichiarazione “innocente” dello stesso Cavani a fine partita a far capire come stiano le cose in casa Napoli: “La vittoria? E’ fondamentale in chiave Champions”. Forse se il Napoli avesse giocato “in chiave Champions” un pezzetto di campionato in più la classifica sarebbe stata diversa. In ogni caso il terzo posto, almeno quello, è ancora possibile.