Lecce: strane analogie col 2010-11. Cosmi: contro Juve 14 uomini pronti a tutto

Pubblicato il 30 Aprile 2012 - 19:53 OLTRE 6 MESI FA

Serse Cosmi (Lapresse)

LECCE – Il Lecce, contro il Parma, ha sprecato il match-point casalingo per riaprire i giochi salvezza con il Genoa: discorso rinviato alle ultime tre giornate. Nulla di nuovo per chi ha seguito la stagione del Lecce: non vince le partite quando deve “farle”, quando ha l’obbligo dei tre punti. Mentre vince o pareggia quando le partite devono farle gli altri. Per questo che, per la psicologia della banda Cosmi, affrontare la partita contro la Juve schiacciasassi lanciata a bomba verso lo scudetto è più facile che ricevere in casa un tranquillo Parma.

Per uno strano scherzo del destino dopo la giornata n.35 il Lecce ha gli stessi punti dell’anno scorso, 35. 12 mesi fa a 36 c’era un’altra squadra di Genova, la Sampdoria. E il Lecce aveva avuto lo stesso ruolino di marcia nelle ultime cinque giornate dalla 31esima alla 35esima: due vittorie (2-0 in casa sull’Udinese e 2-1 in trasferta contro la Samp), poi un pareggio (3-3 in casa col Cagliari), quindi due sconfitte (2-4 sul campo del Genoa, 0-1 contro il Chievo). Anche quest’anno due vittorie (4-2 in casa con la Roma e 2-1 al Catania in trasferta), poi un pareggio (1-1 all’Olimpico con la Lazio), quindi due sconfitte (0-2 col Napoli, 1-2 col Parma).

E per un altro strano scherzo del destino, potrebbe essere proprio un leccese doc, l’enfant prodige a mettere nei guai il Lecce. Lui, Antonio Conte, nato a Lecce e cresciuto all’ombra di Attilio Adamo nella Juventina Lecce, poi nel vivaio giallorosso, esploso nella Juve come giocatore, poi tecnico del Bari e del Siena, ora probabile campione d’Italia a Torino. Proprio quel Conte – fino al 1991 beniamino della tifoseria giallorossa, poi nemico dichiarato per via di un’esultanza sopra le righe contro il Lecce, e per quella panchina del Bari mal digerita da sempre nel Salento – potrebbe togliere al Lecce un bel pezzo di serie A.

Ma Serse Cosmi, tecnico del Lecce, nonostante la sua squalifica per qualche parolina di troppo detta all’arbitro Mazzoleni, non intende essere la vittima sacrificale né di Conte né della Juve. ”Io non voglio regalare la partita a nessuno – tuona il tecnico – non siamo nella condizione di farlo visto che la nostra classifica ci impone di cercare il massimo da tutte e tre le partite. A partire dalla sfida contro la Juve, dobbiamo cercare i tre punti”.

Cerca di far coraggio a se stesso e ai suoi uomini il tecnico, ben consapevole dell’ostacolo da superare. ”Non avrei voluto – aggiunge Cosmi – incontrare questa Juventus, che nelle ultime otto partite ha subito solo un gol e ha fatto un campionato di grandissimo livello: di questo dobbiamo essere consapevoli. Dico solo che guarderò negli occhi i miei ragazzi e dalla loro espressione potrò capire chi avrà la consapevolezza di entrare nella storia di questo campionato. A Torino avrò bisogno di 14 uomini che non si arrendono, e che devono trovare la forza di dare ancora qualcosa di più. Poi alla fine del campionato tireremo le somme: però non intendo vedere fatalismo e disperazione”.

Con le sue parole Cosmi è, di fatto, un motivatore per la squadra. ”Non sono – dice il tecnico – parole canoniche: io credo ancora nella salvezza ed è chiaro che ieri abbiamo sprecato un occasione colossale. Ma dal primo giorno del mio arrivo, ho detto che se avessimo compiuto quest’impresa ci saremmo riusciti solo all’ultima giornata. I ragazzi, mettiamola così, mi hanno preso in parola”. Cosmi è consapevole di doversela giocare sino alla fine. ”Se avessimo anche pareggiato contro il Parma ci saremmo trovati in un altra situazione”, sottolinea.

Comunque, dinanzi a questa Juve, anche Cosmi si toglie il cappello. ”Era impensabile che arrivassero a questo punto del campionato: stanno ripercorrendo le orme del Milan di Capello e il mio Perugia degli anni ’70. Cambiano uomini e moduli e continuano a vincere. Due sono le cose: o Conte è un genio, oppure i calciatori negli anni passati non sono stati in grado di recepire gli input di chi prima di Conte è stato sulla panchina bianconera”.

Poi l’ultima esortazione alla sua squadra: ”Mi aspetto che, se ci sono alcuni nostri giocatori che pensano a squadre importanti per la prossima stagione, lo dimostrino in un contesto eccezionale come puo’ essere quello dello Juventus stadium: in queste occasioni si vede quello che c’è sotto i pantaloncini”.