Leeds, figli Massimo Cellino insultano tifosi che contestano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2016 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA
Leeds, Cellino contestato dai tifosi (foto Ansa)

Leeds, Cellino contestato dai tifosi (foto Ansa)

LEEDS – Cresce la protesta a Leeds contro Massimo Cellino: messaggi contro il presidente italiano sono stati proiettati direttamente su Elland Road, lo stadio dello United. Prima della partita di campionato contro il Middlesbrough, finita in parità, migliaia di tifosi del Leeds si sono dati appuntamento fuori dalla tribuna East, illuminata da un faro che proiettava slogan e scritte contro l’attuale proprietà.

Una protesta spettacolare quanto rumorosa, così come i cori contro l’ex patron del Cagliari che si sono sentiti nel corso di tutta la partita. “Massimo, è tempo che te ne vada”, lo slogan più gettonato – ormai da mesi – dai tifosi del Leeds.

Il titolo del “Daily Mail” contro i figli di Massimo Cellino non poteva certo passare inosservato, visto che accusava i due ragazzi (entrambi con incarichi dirigenziali ad Elland Road) di pessimi comportamenti nei confronti dei tifosi del Leeds. Lo riporta La Gazzetta dello Sport in un articolo a firma di Simona Marchetti.

Peccato però che il tabloid britannico abbia deciso di denunciare mediaticamente solo una versione della storia, omettendo tutto il resto. Vero, nello screenshot della conversazione avvenuta in posta privata su Facebook fra Edoardo Cellino e un non meglio identificato supporter (che però deve essere lo stesso che ha poi provveduto a farne avere una copia al giornale ) il figlio del presidente del Leeds usa termini decisamente offensivi e maleducati come “spastic” e “moron” (deficiente), invitando poi l’interlocutore ad andare in un posto facilmente immaginabile (”go f*** yourself”), ma dopo che questi lo aveva comunque provocato con un volgare epiteto iniziante con la “t”.

Comunque sia, Cellino jr. si è poi scusato, attraverso lo stesso MailOnline, “per ogni offesa causata”, spiegando che “dopo aver ricevuto un sacco di insulti, le mie emozioni hanno preso il sopravvento e ho reagito in maniera poco professionale. Credevo che i messaggi fossero privati e non ho compreso la gravità delle parole che ho usato, perché l’inglese non è la mia lingua madre, ma in ogni caso non mi sarei dovuto comportare così”.