Romelu Lukaku ai “Signori del Calcio”: “Mourinho? Essere allenato da lui era il mio sogno da bambino”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Aprile 2019 - 19:16| Aggiornato il 26 Agosto 2019 OLTRE 6 MESI FA

Romelu Lukaku ai “Signori del Calcio”: “Mourinho? Essere allenato da lui era il mio sogno da bambino”. Foto EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

MANCHESTER – Stasera alle 23.30 su Sky Sport Uno, torna l’appuntamento con “I Signori del Calcio”. Protagonista di questa puntata sarà l’attaccante del Manchester United e della nazionale belga Romelu Lukaku. Repliche giovedì 25 aprile alle 12.30 e alle 23 su Sky Sport Uno, venerdì 26 aprile alle 13 e alle 23 su Sky Sport Football. Disponibile su Sky On Demand. Diretta streaming su SkyGo.

Romelu Lukaku: “Essere allenato da Mourinho era il mio sogno da bambino”.

Di seguito alcuni estratti dell’intervista.

Sulla Premier League.

“La Premier League è sicuramente il campionato più competitivo. È molto difficile in Premier perché ogni partita è in bilico, soprattutto quest’anno. Ma da 10 anni è così anche in Liga, da quando il Real Madrid e il Barcellona hanno iniziato la loro battaglia. In Inghilterra è diventato così dopo la dominazione del Manchester United, quando ha vinto tre Premier League di fila nelle stagioni dal 2006 al 2009.

In Inghilterra a volte hai un Club che domina, ma resta un campionato competitivo perché la prima può perdere contro l’ultima. Anche la seconda o la penultima possono vincere contro la prima. Quindi è davvero un campionato competitivo”.

Su Mourinho.

“Le difficoltà iniziali con Mourinho erano legate al fatto che io volevo giocare e credevo di meritarmelo. Lui invece pensava che io non fossi pronto per giocare. Era la tipica situazione in cui un giovane giocatore vuole giocare perché si vuole mettere in gioco, mentre l’allenatore aspetta che il giocatore faccia un salto di qualità. Se devo essere onesto, nel mio caso, mi ero migliorato molto negli ultimi due anni e lui non credeva in questo. Perciò ho lasciato. Quando poi abbiamo parlato durante l’estate mentre ero negli Stati Uniti, non abbiamo neanche accennato al fatto che lui non mi avesse voluto, ma siamo andati avanti. A volte succede che puoi scontrarti con il tuo allenatore, ma a fine giornata devi andare oltre. Devi essere in grado di dire il giorno dopo: “Hey, come stai?” e cominci di nuovo a giocare.

Questo è il mio rapporto con lui, non abbiamo litigato, abbiamo avuto un buon rapporto lavorativo e personale, perché lui mi ha compreso sia come uomo sia come persona. Ai tempi lui non mi aveva capito, perché ero un giovane ragazzo, lui non conosceva il background della mia vita. Ora invece lo conosce, sa l’uomo che sono, gli sarò sempre grato, perché è stato il mio sogno da bambino essere allenato da lui. Inoltre ho capito un’altra cosa nel tempo: non importa quello che dicono le persone là fuori, non importa quello che pensano di lui”.

Sulla nazionale belga.

“Sono riuscito a diventare il miglior marcatore della storia della Nazionale soprattutto grazie a Eden Hazard e Kevin De Bruyne, e il resto della squadra. Tutti quanti i ragazzi. Io credo che la nostra generazione sia la più talentuosa. Io credo che il terzo posto nella Coppa del Mondo in Russia abbia dimostrato a tutti che abbiamo i migliori talenti della nostra generazione.

Eden Hazard forse è il giocatore più forte della storia del Belgio. Kevyn De Bruyn piò diventare tra i migliori giocatori del mondo. E inoltre credo di essere il miglior marcatore di sempre. Beh abbiamo anche Kompany che è il miglior difensore che io abbia mai visto, c’è anche Jan Vertonghen e Thomas Vermaulen con Toby Alderweireld. I migliori difensori che si possano avere. Abbiamo il miglior portiere. Abbiamo i migliori giocatori della nostra generazione in una squadra.

Quindi queste devono essere le normali performance che possiamo fare. Perché abbiamo una buona squadra e dobbiamo essere molto competitivi anche tra di noi. Perché ogni sessione di allenamento è una lotta per i giocatori che vogliono giocare, perché il livello è molto alto e tutti vogliono giocare. Perciò la competitività è forte ed è stimolante. Amo molto questa competizione”.