Marco Giampaolo nuovo allenatore del Milan, ora è ufficiale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2019 - 21:18 OLTRE 6 MESI FA
Marco Giampaolo nuovo allenatore del Milan, ora è ufficiale

Marco Giampaolo nuovo allenatore del Milan, ora è ufficiale. Foto ANSA/SIMONE ARVEDA

MILANO – AC Milan comunica che, a partire dal 1° luglio 2019, affiderà la conduzione tecnica della Prima Squadra a Marco Giampaolo, attraverso un contratto con il Club rossonero fino al 30 giugno 2021, con un’opzione per il rinnovo fino al 30 giugno 2022.

Marco Giampaolo, nato a Bellinzona il 2 agosto 1967, ha collezionato 270 panchine in Serie A, 324 in totale considerando tutte le competizioni.

Per il tecnico nato a Bellinzona e cresciuto a Giulianova, è il coronamento di una lunga gavetta trascorsa sui campi di tutta Italia, un pellegrinaggio premiato ora con una delle panchine più prestigiose d’Italia.

L’occasione di allenare una big Marco Giampaolo se l’è conquistata nel corso degli anni. Dopo aver smesso di giocare a 30 anni per un brutto infortunio alla caviglia, il suo ex tecnico Ivo Iaconi gli consiglia di iniziare la carriera da allenatore. Dal 2000 tante esperienze da vice a Pescara, Giulianova e Ascoli, finché nel 2006 sbarca a Cagliari, la sua prima piazza importante.

Non decolla il rapporto col presidente Cellino, che lo esonera due volte: al primo anno Giampaolo accetta di tornare e salvare la squadra, nella seconda stagione si rifiuta di tornare in Sardegna: “Pur nella consapevolezza del danno economico che ne deriverà, rinuncio a tornare a Cagliari. L’orgoglio e la dignità non hanno prezzo” la sua spiegazione.

A Siena continuano gli alti e bassi: al primo anno raggiunge la salvezza ripetendo il record di punti di Mario Beretta (44 punti) con 12 vittorie in campionato. Alla fine del 2009 è convinto di poter diventare allenatore della Juventus, ma alla fine i bianconeri decidono di tenere Ciro Ferrara.

Giampaolo rimane a Siena e a ottobre viene esonerato. A Catania, invece, viene licenziato nonostante 22 punti in 20 partite, in perfetta media salvezza, accusato di giocare in maniera difensivista.

Da dimenticare le esperienze a Cesena e Brescia: in terra romagnola il tecnico dura tre mesi, lasciando la squadra all’ultimo posto.

Alle rondinelle invece l’episodio più clamoroso: all’indomani di una sconfitta contro il Crotone, Giampaolo non si presenta all’allenamento, rassegnando qualche giorno dopo le dimissioni. Giampaolo non ha paura di scendere nuovamente di categoria, in Serie C, pur di svolegere il lavoro che più gli piace: allenare.

A Cremona entra in corsa a novembre e conquista un tranquillo ottavo posto, valorizzando qualche giovane, come il figlio d’arte Federico Di Francesco. A fine stagione, si concretizza il ritorno in Serie A: prima di salpare verso Napoli, Maurizio Sarri consiglia al presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi di affidarsi a Giampaolo, a suo avviso un tecnico capace di dare una chiara identità alla squadra e che in carriera ha raccolto molto meno di quanto meritasse.

Giampaolo stavolta non delude: nonostante le partenze di alcuni pilastri come Hysaj, Rugani, Vecino e Valdifiori, il tecnico trascina la squadra toscana a una salvezza tranquilla, valorizzando giocatori come Paredes e Saponara e cogliendo il decimo posto in classifica grazie al 4-3-1-2, il suo modulo di riferimento. Il centrocampo a rombo è il marchio di fabbrica anche dei suoi tre anni alla Sampdoria.

La squadra di Giampaolo esprime in diverse occasioni un calcio intenso e godibile, con il merito di lanciare alcuni giocatori (Praet, Skriniar, Bereszyński, Andersen e altri) e di ottenere buoni risultati (due decimi e un nono posto).

Tutto senza perdere i suoi tratti umani, la sua ossessione per il bel gioco e per le qualità umane dei suoi interpreti.
Ora il Milan si affida a lui per tornare in Champions League e per trovare una guida tecnica affidabile, dopo anni di cambiamenti in panchina (sette allenatori nelle ultime sei stagioni) (fonte AGI).