Mike Tyson: “Trump? Porta gli Usa nella giusta direzione”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Giugno 2019 - 10:56 OLTRE 6 MESI FA
Mike Tyson: "Trump? Porta gli Usa nella giusta direzione" (foto Ansa)

Mike Tyson: “Trump? Porta gli Usa nella giusta direzione” (foto Ansa)

ROMA – Stefano Arcobelli della “Gazzetta dello Sport” ha intervistato Mike Tyson. 

Come ci si rialza da un KO? “Devi puntare sull’orgoglio. Ci credi, lo vuoi, pensi che Dio ti guidi, devi dimostrare a te stesso che sei il migliore. Riprovarci. Dipende da come ti senti. Io penso sia ferito e non abbia nulla da perdere. Ora diventa ancora più pericoloso”.

Dopo decenni non c’ è un vero erede di Tyson: chi lo sarà? “Non lo so. Ora ci sono più pugili e più possibilità rispetto al 1986, ci sono più Tv, c’ è Internet che consente di farci combattere l’ uno contro l’ altro, io contro Ali. Il futuro è questo”.

Tra Ali e Tyson chi avrebbe vinto?

“Oggi, con gli ologrammi, lo potremmo scoprire. La tecnologia di adesso permette di sfruttare le nostre esperienze per migliorare e diventare il migliore. Abbinare le immagini e le esperienze. Solo la tecnologia può dire chi è stato il migliore di sempre. C’ è gente che ancora oggi fa soldi su questo. Anche se muori, possono speculare sulla tua carriera”.

Mike è per sempre l’ uomo più cattivo del mondo?

“Resto colui che arriva da un quartiere malfamato. Nascere così ti segna. Io ho conosciuto la fame, il crimine, la droga, e tutto questo si è accumulato dentro di me. Mi chiedevo: Mike, vuoi morire lì o batterti per lasciare quel posto? Io ho sempre combattuto con determinazione per lasciare quel posto e non morire lì. Sopravvivere a un quartiere cattivo ti fortifica. Io ho conosciuto i senzatetto, la fame, il crimine e la droga. Ma mi chiedevo dentro di me: che cosa vuoi fare della tua vita, Mike? Vuoi morire lì dentro o vuoi scappare da quell’ inferno? Tutti, sin da quando ero giovane, hanno visto chi ero: un delinquente brutto sporco e insicuro, ma mi ribellai”.

Chi è Tyson oggi?  “Io non penso che le persone non nascono per essere umili ma sono destinate ad essere umiliate. Siamo arroganti e non possiamo aiutarci a vicenda. Si nasce così. Col passare del tempo ci si evolve, tra 20 anni sarà un mondo diverso. Le persone praticheranno sport in modo diverso, mangeranno cibi diversi, saranno più consapevoli. Può nascere una specie umana migliore tra 20-30 anni”.

Non è Tyson se non fa discutere: s’ è lanciato nel business della cannabis…

“Sono in questo business ma non ho mai toccato la vera cannabis floreale. Per scopi terapeutici voglio aiutare quelli che soffrono e non hanno possibilità di accedere alle cure mediche. Ho deciso di aprire un ranch in California perché il Cbd (cannabidiolo, ndr ) è il futuro. Il Cbd è in tutto, è nel caffè, sarà nel nostro cibo, nei cibi per i cani, e ci renderà persone migliori. È quasi come il guacamole. Lo vendono ovunque: è una corsa all’oro quasi come il petrolio”.

Sosterrà ancora Donald Trump?

“Forse il presidente non ha la foto giusta, ma sta dirigendo l’ America verso la giusta direzione. Potrebbe non piacere guardarlo, ma quando avrà finito il suo lavoro adoreremo il posto in cui ci ritroveremo. Sarà difficile batterlo, anche perché è così travolgente e globalizzato… Lui non è un politico, è più che uno spaccone”.

Tra i suoi 7 figli, c’ è qualcuno che fa il pugile?

“Non permetterei mai ai miei bambini di fare boxe. È pericolosa, spesso la pratica chi deve dare un pasto alla propria famiglia o non ha null’altro da fare”.

La sua epopea iniziò con 19 match vinti per ko al 1° round. Cosa resta di quel Tyson?

“Quando vincevo, pensavo: ‘posso fare del mio meglio’. Mentre la vita va avanti, però cominci a perdere. Le persone che ami, i capelli, a volte la voglia di vivere: non si tratta di vincere quanto e più possibile. Alla fine perderai sempre”.

Fonte: La Gazzetta dello Sport.