Milan, Berlusconi chiede, Nocerino esegue. Barba accorciata

Pubblicato il 10 Dicembre 2012 - 19:56 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Nocerino (foto Ansa)

MILANO – Antonio Nocerino esegue. Si allinea. O meglio si accorcia la barba, come chiesto dal suo presidente Silvio Berlusconi uno che, spiega il mediano del Milan, con la sua presenza a Milanello ”fa la differenza”.

Così, Nocerino, ha deciso di accontentare il presidente:  ”Gli avevo detto che era anche un mio momento così  un po’ trasandato, e mi andava di tenerla. Poi – ha raccontato il centrocampista a RTL 102.5 – lui in maniera molto cordiale e gentile mi ha detto di accorciarla. E io già  alla partita col Napoli l’ho accorciata”.

Di cosa parla Berlusconi a Milanello con la squadra? ”Dipende dai momenti, è normale che quello che ha detto quando è venuto la prima volta non è quello che ci ha detto ultimamente – ha spiegato Nocerino – perché all’epoca non avevamo i cinque risultati utili di fila. Ci ha incoraggiato ha usato delle parole eccezionali. Io poi ho avuto l’onore e la fortuna di parlarci per 15 minuti e ti dico che fa la differenza e basta la sua sola presenza, perché è davvero molto carismatico e a noi in quel momento serviva un punto di riferimento così carismatico”.

Carismatico era anche Rino Gattuso, da cui Nocerino ha ereditato la maglia numero 8. ”Mi è stato dato perché l’ha avuta un grande, un terrone come me, Gattuso – ha spiegato -. A lui faceva piacere che quest’anno io potessi indossare il numero 8, ma di lui ho preso solo il numero, prendere il suo posto è impossibile”. Però il contributo di Nocerino, in gol domenica contro il Torino, comincia a farsi sentire dopo un avvio di stagione complicato.

”All’inizio ho fatto un po’ di fatica, anche perche’ venivo dall’Europeo. Ho giocato poco – ha ricordato – ma alla fine è arrivata la continuità che mi mancava e sono contento. Ho sempre detto che più gioco e meglio sto”. Nocerino ha poi preferito astenersi sui discorsi di mercato e l’ipotesi che il Milan prenda Mario Balotelli. ”Io gia’ faccio fatica a pensare quello che devo fare io, figurati se penso a quello che fanno i dirigenti – ha sorriso -. Non lo so, quello che serve lo sa la societa”’. .