Milan-Cagliari, Pippo Inzaghi rischia esonero: pronto Brocchi

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Marzo 2015 - 11:40 OLTRE 6 MESI FA
Milan-Cagliari, Pippo Inzaghi rischia esonero: pronto Brocchi

Inzaghi nella prima pagina della Gazzetta dello Sport

MILANO – L’imperativo è vincere. Pippo Inzaghi si gioca la panchina in Milan-Cagliari. In caso di non vittoria verrà sostituito da Brocchi. Ne parla La Gazzetta dello Sport nella sua apertura odierna con G.B. OLIVERO. 

“Comincia stasera l’ultimo campionato del Milan. In questa stagione i rossoneri ne hanno giocati almeno tre. Il primo, quello della speranza: partenza buona, senza pressione ma solo con l’obiettivo di iniziare un percorso nuovo per scoprire solo in seguito dove avrebbe portato. Il secondo, quello dell’illusione: alcune belle prestazioni, altre deludenti, ma in generale la sensazione che la squadra avrebbe potuto inseguire un piazzamento europeo fino a maggio. Il terzo, quello dell’incubo: i rossoneri sono entrati nel tunnel a gennaio e prima ancora di uscirne hanno capito che anche l’anno prossimo guarderanno le coppe in tv. Stasera contro il Cagliari il Milan inizia il quarto campionato. Quello dei bilanci e dei giudizi, che ovviamente riguarderanno soprattutto Pippo Inzaghi.

Non ci sono più obiettivi, traguardi, ambizioni. Certo, si può sempre credere che vincendo quasi tutte le partite da qui a fine stagione si possa ancora centrare l’ultimo posto utile per qualificarsi all’Europa League. Ma la realtà è diversa e lo si intuisce facilmente a Milanello, dove con il tecnico si parla molto più del suo futuro che del presente e di un incontro che poi per Inzaghi vale tanto. In caso di brutta figura il rischio dell’esonero è alto, anche se nessuno tra Arcore e Casa Milan vuole davvero prendere in considerazione l’idea di togliere subito la panchina a Pippo affidandola magari a Brocchi.

A fine stagione molto probabilmente Inzaghi chiuderà quest’avventura, ma adesso non se ne cura, almeno a parole, e forse è il modo migliore per esorcizzare il rischio: «A Firenze si è visto che la squadra mi segue. Mi auguro di restare a lungo, sarà la società poi a decidere il mio futuro valutando i risultati».
Berlusconi non c’è, il rito del venerdì è svanito insieme agli obiettivi. «Ma io ho sentito Berlusconi due giorni fa. Era dispiaciuto per la sconfitta di Firenze, mi ha ribadito che sarebbe servito più possesso palla nel finale». Già, ma con quali uomini? Oggettivamente il Milan non può fare possesso palla, soprattutto nella sua versione di Firenze. «E io avevo inserito Cerci al posto di Honda proprio per chiudere la partita con il secondo gol. L’alternativa era mettere un difensore in più, ma mi avreste dato del catenacciaro».

E’ la dura legge del mister, Pippo: «Ma a me piace, allenerò per 30 anni. Io devo pensare solo a far giocare bene il Milan. Dobbiamo comandare il gioco nelle prossime 11 partite. A Firenze siamo stati una squadra vera, giocando spensierati. Non voglio scaricare le colpe su altri. Io sono l’allenatore e quindi sono il primo responsabile. Fino a gennaio abbiamo visto un bel Milan, poi è successo quello che tutti sanno. Ora pensiamo a finire bene la stagione, poi vediamo cosa succederà. Quando alleni il Milan sai a cosa vai incontro. Non potevo non pensare di soffrire visto che è la mia prima esperienza e visto che soffrono grandi tecnici di altri club prestigiosi. Sono molto sereno, la squadra mi sta dando risposte importanti, quindi vado avanti per la mia strada». Però stasera quella strada presenta un bivio”.