Milan ritrovato: Leonardo “All-in” col modello Barcellona

di Flavio Grasselli
Pubblicato il 10 Novembre 2009 - 19:43 OLTRE 6 MESI FA

Il Milan è tornato grande? Forse è troppo presto per dirlo, di sicuro la squadra di Leonardo è quella che sta proponendo il maggior numero di novità nel nostro campionato. Perchè? Basta leggere la “formazione della svolta” e si capisce come la coppia Leonardo-Tassotti, rischiando tutto, abbia messo in campo un undici impensabile per come si stavano mettendo le cose.

Se la squadra non gira, il tecnico tende a dare maggiore copertura alla difesa per recuperare le antiche certezze; come nel poker: se hai poche fiches difficilmente rilanci, ma resti coperto in attesa di tempi (e carte) migliori.

Utilizzando lo stesso gergo potremmo dire che Leonardo è andato “All-in”. Quando la sua panchina ha iniziato a tremare, il tecnico brasiliano ha guardato in Spagna ed ha preso spunto dai più forti del mondo: il Barcellona.

Ecco varato il 4-3-3, nato non contro la Roma (partita svolta, ma solo per il risultato), bensì a Madrid, dove Leo ha mostrato un coraggio da Leo..ne schierando Pirlo, Seedorf, Ronaldinho, Filippo Inzaghi e Pato tutti assieme.

Questo Milan ha ritrovato sicurezza grazie al possesso palla, punto di forza proprio del Barcellona di Guardiola. Diverte, ma soprattutto si diverte a giocare. E vince. Se riuscirà nell’impresa di superare l’Inter non possiamo dirlo, crediamo non abbia più del 20% di possibilità, ma non avrà il rimpianto di non averci provato in tutti i modi.

Giochiamo noi e mettiamo in parallelo le due squadre dal centrocampo in su (difesa a quattro molto alta comune in entrambe). Xavi è il cervello del Barcellona, ruolo che nel Milan è ricoperto da Pirlo, ancora più responsabile e responsabilizzato. Iniesta è tecnica, assist, dribbling e fantasia: nel Milan c’è Seedorf. Yaya Tourè o Keita servono a dare equilibrio e sostanza, come Gattuso o Ambrosini.

L’attacco. Il Barça a destra ha un giovane fenomeno che segna, corre e dribbla: si chiama Messi. Il Mlan ha Pato, non uno qualunque. A sinistra Ronaldinho ha ritrovato i suoi spazi ed è tornato decisivo; i catalani hanno Henry. Il Milan ha Borriello, Huntelaar e Inzaghi che non sono Ibrahimovic, ma nemmeno gli ultimi arrivati.

Con il materiale che ha a disposizione Leonardo ha rischiato tutto e, per questo, gli vanno fatti i complimenti a prescindere dai risultati che riuscirà ad ottenere. Perchè almeno ci ha provato.